Antonio Terlizzi, studioso di scienze della vita nei mari, ci spiega come e perché la pesca in apnea è quella più selettiva, l’unica veramente sostenibile. Ce ne parla in esclusiva con una clip un po’ anomala. Che farà discutere ma rende l’idea.

Di Romano Barluzzi e Mario Genovesi

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Napoletano di nascita, Antonio Terlizzi è docente di ruolo di Zoologia e Biologia Marina all’Università del Salento, Lecce; ed è ricercatore Associato alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.
La sua attività scientifica, supportata da più di 100 pubblicazioni su libri e riviste internazionali, è focalizzata sull’impatto delle attività umane nella biodiversità marina, tra le quali anche la pesca sportiva di cui quella in apnea è parte integrante.
Collabora con diverse Aree Marine Protette su problematiche inerenti la gestione della pesca. Fa parte del consiglio direttivo dell’AIOSS, Associazione Italiana Operatori Scientifico-Subacquei e da oltre un decennio è designato dalla FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) quale membro della commissione scientifica in qualità di Biologo Marino.
Ha al suo attivo centinaia di immersioni a fini scientifici ed è Istruttore federale di Pesca in Apnea.

In questa brevissima videoclip, esercitando il suo partenopeo estro narrativo, descrive in modo meno ortodosso ma assai più coinvolgente ed efficace le peculiarità della moderna pesca in apnea.

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