Una speciale edizione di MareNordEst – l’11° – ha visto all’opera il prestigioso binomio con l’AISTS Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee. Insieme hanno dato vita alla 1^ Rassegna Subacquea Internazionale di Trieste il 16, 17 e 18 settembre durante la quale sono stati conferiti 7 nuovi Tridenti d’Oro a personaggi accomunati dall’aver dedicato la vita al mare. (1^ Parte)

A cura della Redazione. Foto repertorio MNE 11° edizione.

Nel primo mattino di questa speciale 11^ edizione di MareNordest, ossia della 1^ Rassegna Subacquea Internazionale di Trieste, la tre giorni organizzata insieme all’AISTS Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee, nel corso della Presentazione avvenuta nella prestigiosa cornice della sede della Regione Friuli-Venezia-Giulia, si è registrata la prima incoronazione con il Tridente d’Oro 2022 – il riconoscimento che fin dal 1960 rappresenta una sorta di “Nobel” della subacquea, conferito ad assolute e riconosciute eccellenze nella conoscenza del mondo sommerso – a Richard “Rick” Stanton, l’inglese considerato una leggenda vivente nel campo della speleologia esplorativa e subacquea, con all’attivo 40 anni di passione dedicata a spostare in avanti le frontiere stesse dell’esplorazione delle viscere della Terra. Di questo arco temporale ha fatto parte nel 2018 l’impresa che ricorderete – ne parlammo diffusamente anche su queste pagine, grazie alla disponibilità del Dr. Pasquale Longobardi – di ricerca, recupero e salvataggio dei 13 ragazzi tailandesi rimasti prigionieri della grotta Tham Luang a causa degli allagamenti per le precipitazioni piovose. Insieme all’amico John Volanthen, Rick condusse un team di sub speleologi nella più urgente e complessa operazione di salvataggio speleosub mai fatta, conclusasi con un pieno ma sofferto successo, dato che costò la vita proprio a uno dei soccorritori! Quella vicenda d’audacia e altruismo viene rievocata proprio in questi giorni dalla proiezione del film del regista Ron Howard dal titolo “Tredici vite”, visibile sulla piattaforma di Prime Video (l’abbiamo guardato e vi consigliamo vivamente di fare altrettanto perché, come hanno già osservato in tanti, è assolutamente ben realizzato e molto aderente al vero svolgimento dei fatti – ndr). La relazione di Richard Stanton naturalmente non è stata da meno, anzi! E il conferimento del Tridente d’Oro per primo gli ha permesso di “capitanare” degnamente il manipolo dei magnifici sette premiati in questa splendida edizione 2022.

A questa “apertura col botto” della manifestazione nei locali della Regione FVG hanno assistito personalmente tutte le Istituzioni intervenute, nelle persone di: Massimiliano Fedriga, Fabio Scoccimarro, Cristina Pedicchio, Paolo Ferraro, Edoardo Pavia, Paola Del Negro, Ester Colizza, Maurizio Marzi Wildauer, Bruno Zvech, Paolo Polidori, Serena Tonel, Giorgio Brandolin, Luca Sancilio.

Il cerimoniale dell’Accademia, sobrio ed essenziale come si conviene a ogni amante dell’universo subacqueo che si rispetti, ha poi continuato a prevedere presso la tensostruttura in mezzo a piazza Unità d’Italia la magistrale conduzione delle presentazioni – nonché l’attività d’interprete simultaneo – da parte del Direttore dell’AISTS Edoardo Pavia; e il conferimento materiale del premio, con la lettura della motivazione e la rituale affissione della spilla sulla giacca del premiato, da parte del Presidente dell’AISTS Paolo Ferraro, un gesto di valore e sempre denso di significati. Tantopiù oggi quale suggestivo recupero d’una consuetudine che era molto mancata nelle premiazioni in precedenza avvenute necessariamente on-line causa Covid.

Dopo un’apertura dei giochi di questo calibro non si poteva certo calare di livello: infatti per 2° in ordine di apparizione ha ricevuto il Tridente d’Oro il Prof. Fabrizio Antonioli, geologo-geomorfologo, ex Dirigente di Ricerca Enea e ora ricercatore Associato CNR-IGAG in Roma, abilitato Professore Ordinario di Geomorfologia fino al 2023. Parallelamente Operatore scientifico subacqueo dal 1989, dal 2018 regista videosub dedito ai docufilm di area ambientale subacquea, analizza soprattutto i cambiamenti climatici in base ai loro effetti sullo stato delle coste, con all’attivo 155 pubblicazioni scientifiche sulle variazioni di livello del mare, dal passato remoto al futuro prossimo. In quest’area di ricerca nel 2012 mise a punto – insieme all’ideatore Prof. Stefano Furlani dell’università degli studi di Trieste – il progetto GeoSwim, finalizzato alla mappatura geomorfologica “a nuoto” di tutte le coste. Il progetto, su cui ha incentrato la sua relazione, prevede cioè il rilevamento delle coste rocciose del Mediterraneo in cui gli operatori conducono in snorkeling un barchino speciale in grado di raccogliere continuamente un insieme di dati: foto e immagini filmate sopra e sotto la superficie, video 360°, dati fisici dell’acqua marina, specie la temperatura e la conducibilità elettrica, ecc. L’obiettivo programmato a lungo termine è ambizioso e cruciale al tempo stesso, prevedendo lo studio di tutto il perimetro “terracqueo” del Mediterraneo: qualcosa come 25.000 km, di cui al momento ne sono stati rilevati circa 500.

Il 3° conferimento del Tridente d’Oro 2022 è poi andato all’asso francese della fotografia subacquea, il medico Frédéric Di Meglio, Campione del Mondo Fotosub – in tutte le categorie! – e Presidente F.F.E.S.S.M. (Fédération francaise d’etudes et de sports sous-marins) dal 2021, dopo esserne stato segretario generale per svariati anni.

Con lui gli astanti hanno potuto conoscere meglio l’universo della fotografia subacquea mondiale, anche tramite l’illustrazione di alcuni esempi di immagini premiate nei vari concorsi internazionali. Creatività e tecnica spinte a un grado di estremo virtuosismo! Un piacere autentico, per gli occhi e per lo spirito. Altre parole non basterebbero a descrivere meglio; se non ci si è trovati presenti fisicamente si è veramente perso più di qualcosa!

La 4^ vita dedicata al mare e protagonista della relativa assegnazione del premio, sempre in ordine di presentazione, è stata quella di Manrico Volpi, il trainer sub livornese doc che, già al culmine di una carriera di istruttore sub e formatore di istruttori d’immersione in tutte le specializzazioni tecniche, s’è interessato alle disabilità in acqua e in particolare, dal 2005, a ideare, strutturare e mantenere aggiornata nel tempo una metodica didattica completa e radicalmente innovativa dedicata ai subacquei privi della vista e/o ipovedenti! La sua relazione è stata una sorta di viaggio straordinario e comprensibile a tutti attraverso le principali tappe dello studio di questo rivoluzionario metodo “ASBI – Associazione Albatros-progetto Paolo Pinto-Scuba Blind International” e, anche in base alle reazioni del folto pubblico in sala, è apparsa forse come la più emozionante. Ha coinvolto ogni intervenuto soprattutto l’analisi dei continui progressi compiuti, tangibili anche nei numeri con cui è oggi possibile sintetizzare i risultati ottenuti: la riprova di una riuscita che è andata ben oltre l’occasionalità di questa o quella iniziativa solidale, assumendo una continuità che oggi consente ai subacquei non vedenti di svolgere turismo naturalistico ed esplorativo, attraverso una rete di diving predisposti con accompagnatori formati ad hoc da ASBI, al pari e spesso insieme con i sub normo vedenti, anche senza vincoli a percorsi-guida sagolati, reperti cartellinati obbligati sul fondo o altre ghettizzazioni del genere. In pratica, con la possibilità di conferire ai sub non vedenti quel senso di autonomia in tutto simile a ciò che provano i normali subacquei dopo una buona formazione e l’opportunità di condividere con il proprio accompagnatore tutte le medesime informazioni simultaneamente, anche senza comunicatori vocali. L’Accademia, con questo tridente, ha di fatto sancito il riconoscimento di un’operazione dalla portata culturale ancor più ampia del premio stesso, consistente nell’aver saputo esportare dal mondo delle attività subacquee un messaggio d’inclusione sociale e di abbattimento del pregiudizio di diversità! Il motto di ASBI secondo cui “il subacqueo non vedente non è un disabile ma semplicemente un subacqueo” incontra oggi il suo miglior soddisfacimento. Una vera e propria standing ovation che è parsa incontenibile ha fatto da coronamento finale all’appassionata relazione di Manrico, con tanto di “óla” d’accompagnamento da parte di numerosi subacquei non vedenti che hanno deciso di convergere lì fisicamente da ogni parte d’Italia. E le emozioni più profonde si sono sciolte nei sorrisi più radiosi. Momenti che non dimenticheremo.

Chiusasi così in bellezza la prima giornata della manifestazione, nella seconda arriviamo alla 5^ “vita” per il mare, ossia il Tridente d’Oro 2022 attribuito al Prof. Gerardo Bosco, Professore di Medicina Iperbarica e Subacquea. Con al suo attivo 20 anni di esperienza clinica e di ricerca, attualmente è professore associato in Fisiologia dell’esercizio e direttore del Master di II livello in Medicina Subacquea e Iperbarica nonché del Corso di Management tecnico-sanitario in camera iperbarica presso il Dip. di Scienze Biomediche, all’Università di Padova. È stato assistente del prof PierGiorgio Data presso l’Università di Chieti, ricercatore poi presso la SUNY di Syracuse in USA con il prof Camporesi per lo studio del danno da ischemia/riperfusione nei ratti; è membro della facoltà internazionale del Duke Dive Medicine e del Center for Hyperbaric Medicine & Environmental Physiology di Durham; è stato VP UHMS 2016-2018, attualmente è Presidente SIMSI e membro EUBS. Le aree di ricerca d’interesse subacqueo sono la meccanica respiratoria e gli adattamenti cardiovascolari nelle immersioni, i disturbi metabolici e lo stress ambientale sulla tossicità dell’ossigeno indotta dall’esercizio. Ha evidenziato con le sue ricerche il ruolo preventivo della preossigenazione e della dieta chetogenica nelle immersioni. In fisiologia subacquea ha recentemente ottenuto un finanziamento come PI dall’Agenzia degli Stati Uniti, Office of Naval Research, per esplorare la capacità polmonare studiando i gas ematici arteriosi e l’ecografia polmonare in subacquei in apnea in profondità; studi eseguiti per la prima volta in immersione. Le aree cliniche di interesse sono la sicurezza delle prestazioni umane in ambienti estremi e la qualità dell’assistenza perioperatoria dei pazienti ortopedici, vascolari e chirurgici infettivi; in particolare per esplorare la modulazione dell’ipossia nelle cellule, negli animali e nell’uomo e il meccanismo d’azione dell’ossigenoterapia iperbarica nei pazienti. Nella sua relazione il prof. Bosco in particolare ha rievocato scientificamente le imprese d’immersione estrema di Maiorca e Mayol, di Pelizzari e Zecchini, riferendo degli studi scientifici sull’ipossia, ossia l’insufficiente presenza di ossigeno nei tessuti; nonché sugli esperimenti circa la tossicità dell’ossigeno, al fine di suggerire ai subacquei tecniche e apprendimenti utili alla loro incolumità e al mantenimento del loro stato di salute. Un’eccellenza anche nella capacità di rendere fruibili al pubblico di subacquei (e non) la medicina e la scienza più attuali. In una sintesi ideale tra “iperbarica” e “subacquea” in cui ciascuno dei due rami della moderna Medicina può rivelarsi utile e sinergico all’altro, assicurandone il progresso. E creando prospettive di futuro reciproco miglioramento molto promettenti.

E proprio in fatto di progresso, continuando su questa linea di modernità, si raggiunge la 6^ relazione per il conferimento del Tridente d’Oro a un’altra vita di ricerca, a suo modo dedicata al Mare: quella di un sorprendente Dr. Davide Scaradozzi. Ricercatore Universitario in – udite, udite – Robotica e automazione del settore subacqueo! In particolare, egli è effettivo presso il Dipartimento dell’Informazione all’Università Politecnica delle Marche. Membro scientifico di ISME (Interuniversity Center of Integrated Systems for the Marine Environment), Referente all’Internazionalizzazione per la Facoltà di Ingegneria (UnivPM), Membro della commissione strategica di Ateneo per Internazionalizzazione e Sviluppo Reti (UnivPM) e Membro del Senato Accademico di UnivPM. Le sue ricerche ricadono nei campi della robotica e dell’automazione. Si occupa principalmente di Navigazione, Guida e Controllo di robot marini e terrestri, di problematiche di modellazione e controllo per l’interazione di sistemi robotici multiagente, prototipizzazione rapida, robotica educativa e meccatronica. Per quanto giovane, ha già lavorato con responsabilità tecniche, progettuali e organizzative in diversi progetti in collaborazione con enti e industrie nazionali e internazionali. È autore e co-autore di più di 100 articoli di ricerca e ha collaborato a libri nel campo dei sistemi a controllo complesso. Una finestra spalancata sul progresso nella ricerca di soluzioni di automazione che possano coadiuvare – se non addirittura forse sostituire – la presenza umana in immersione lavorativa civile (Commercial diving), specie in contesti particolarmente impegnativi, profondità elevate, condizioni proibitive o critiche e ambienti estremi. Oltre a permettere probabilmente ricerche subacquee d’ogni genere a più ampio raggio, maggior complessità e in tempi più brevi, onde ottimizzare il rendimento operativo e la sicurezza sotto il profilo lavorativo.

La 7^ vita dedicata al mare e destinataria dell’ultimo Tridente d’Oro assegnato in questa edizione 2022 è infine quella di un altro scienziato: Jean-Pierre Imbert, studioso nel settore delle immersioni in saturazione. Altro comparto dal fascino praticamente “astronautico” e radicalmente legato all’esplorazione sottomarina, nel suo caso con impiego umano ad altissime profondità. Ma andiamo con ordine. Master in Ingegneria Biomedica conseguito all’Università della Pennsylvania (USA), ha accumulato enorme esperienza e capacità professionali in svariati campi delle immersioni, dalle commerciali alle militari, tecniche e di costruzioni in ambienti iperbarici. Soprattutto è uno dei maggiori esperti mondiali per la creazione di tabelle di decompressione anche per lavori subacquei a profondità dai 300 ai 1.000 metri, con numerosi progetti internazionali all’attivo. Dal 1982 al 1995 ricopre la carica di Direttore delle Immersioni per la ditta Comex (Francia) e, quale responsabile del database delle immersioni, sviluppa nuove procedure per poi revisionare e creare algoritmi decompressivi ad hoc. Sviluppa tabelle per lavori pubblici sotterranei, fra le quali quelle Francesi, quelle per il tunnel di Barcellona e quelle per il tunnel Tuen Mun di Hong Kong. Elabora procedure di sicurezza, tabelle decompressive per l’industria off-shore, per svariate ditte in molte nazioni, stilando altrettanto numerosi manuali d’impiego. Dal 1995 al 2005 è responsabile per la Francia dell’agenzia di subacquea tecnica IANTD, nel 2003 svolge addestramento militare per la marina della Corea del Sud e nel 2003 compie una spedizione al Polo Sud per lo Smithsonian Institute (USA). Detiene le qualifiche subacquee di Air Commercial Diver, CCR Trimix Instructor Trainer, Istruttore Sportivo CMAS 3 stelle. Ha pubblicato 5 libri di subacquea e conta oltre sessanta tra pubblicazioni e conferenze di alto livello. Come direbbe George Clooney nella nota pubblicità del caffè: “What else?”

Per ultimare la carrellata dei premiati di quest’anno dall’AISTS merita una menzione speciale l’Academy Award, che è come dire “la versione del Tridente” destinata a enti o associazioni e che in questa edizione è andata all’associazione Cesena in Blu, un sodalizio di non antica esistenza ma già dedicatosi più volte a conferenze, convegni e altre iniziative di spessore sul sociale, la solidarietà e l’integrazione nelle attività subacquee, in particolare sulla divulgazione delle disabilità in acqua. L’Academy Award è stato materialmente consegnato a Sergio Cechet, vittima di un tragico incidente che, nel 1982, lo ha mutilato del braccio sinistro e reso cieco. Sergio, con le sue imprese sportive, è da allora dedito “a dimostrare – per usare proprio parole sue – che anche un grosso incidente non necessariamente blocca una persona, ma gli lascia il modo di migliorare, di uscire, di fare qualcosa per continuare a vivere”. Il tutto ha ribadito la connotazione di inclusione sociale in cui è stata declinata – insieme ai risvolti scientifici e tecnici – l’edizione del Tridente d’Oro di questo 2022. Un’altra importante trasmissione e condivisione di valori da (e con) tutta la comunità dei subacquei.

Fin qui i nuovi Tridenti d’Oro 2022. Ma non si sarebbe chiamata “1^ Rassegna Internazionale Subacquea di Trieste” se non fosse stata una vera e propria “rassegna”, appunto: infatti, non solo ai sette nuovi Tridenti d’Oro e all’Award è stato riservato il palco d’onore e le connesse luci della ribalta, bensì anche ad alcune colonne portanti dell’AISTS – già Tridenti d’Oro da tempo – e ad alcuni studiosi e organi d’informazione partner di MNE che non hanno mancato di divulgare i valori dell’immersione sottomarina con proprie relazioni da provetti conferenzieri quali sono.

Le loro esposizioni si sono così piacevolmente inframezzate alle relazioni dei nuovi Tridenti citate sopra, donando all’intero evento uno spessore culturale senza precedenti.

Ma di questo riparleremo prestissimo, nel prosieguo di questa prima “puntata”.

Restate connessi!

1 Comment

  • ALE SCAPPATURA
    Posted 4 Ottobre 2022 13:05 0Likes

    ARTICOLO BELLISSIMO

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