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Settanta milioni di squali vengono uccisi ogni anno in tutto il mondo. Loro non possono parlare. Ma possiamo farlo noi, adesso, per loro.

A cura di David Pilosof. Foto di Johannes Felten, Mark Fuller, Henri Eskenazi, Raz Livnat, Freddy Pachys

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La mattina dello scorso 18 dicembre, a milioni di squali che popolano mari e oceani di tutto il mondo, è stata data voce attraverso la prima poderosa manifestazione della campagna “Silence of the sharks”, volta all’abolizione della caccia agli squali.
L’evento è stato promosso da David Pilosof in collaborazione con la “Shark conservation organizations worldwide”.
La manifestazione inaugurale ha visto ben ottantasette subacquei immergersi sul relitto del Satil, nelle acque di Eilat, Mar Rosso israeliano, “armati” solo di manifesti e accompagnati da una statua alta due metri raffigurante il logo del progetto: un grande squalo martello creato appositamente dall’artista Shlomo Cohen e stampato in tecnologia 3D.

La pianificazione dell’evento ha previsto la suddivisione degli ottantasette subacquei in gruppi, ciascuno dei quali guidato da un istruttore, che, dopo un breafing sulle modalità di svolgimento dell’intera manifestazione, ha condotto e posizionato sul Satil i subacquei muniti di striscioni e manifesti, alcuni dei quali appositamente disegnati da studenti di scuole israeliane e tedesche.
La campagna prevede immersioni diffuse in Paesi di tutto il mondo. Ogni immersione intende esprimere la protesta, anche attraverso il supporto dei media così come è avvenuto ad Eilat, da parte di centinaia di subacquei il cui intento è di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema.
Alcune “delegazioni” di subacquei israeliani sono già in procinto di proseguire le manifestazioni in altre località tra cui Cuba e l’isola di Cocos mentre altre immersioni sono previste nel corso del 2016 in altri Paesi fra cui il Sudafrica.
Informazioni, programmi, immagini e video riguardanti “Silent of the shark” sono disponibili sull’omonima pagina di Facebook e, a breve, sul sito ufficiale www.silenceofthesharks.org.
L’immersione conclusiva della manifestazione, che ospiterà più di 500 subacquei provenienti da tutto il mondo, è prevista nel Mar Mediterraneo nel mese di ottobre 2016 e sarà trasmessa in diretta web attraverso un innovativo e sofisticato sistema di comunicazione.

“Sin dagli albori della storia il genere umano ha condiviso sia la paura che il rispetto nei confronti degli squali”, spiega David Pilosof. “Questi predatori hanno ispirato autori e registi che hanno basato i loro lavori sulla potenza derivante dall’immagine dello squalo. Chi potrebbe immaginare che in poco tempo questi maestosi animali avrebbero rischiato l’estinzione? La caccia allo squalo è un’azione brutale e le sue conseguenze sull’ambiente sottomarino sono gravi. Circa 70 milioni di squali vengono cacciati ogni anno per vendere le loro pinne nei ristoranti dell’ Asia orientale. In molti di questi casi, una volta tranciata la pinna, lo squalo viene gettato vivo in mare dove lotta fra la vita e la morte per diverse settimane fino a quando termina la propria esistenza. Tutto ciò deve terminare. Invito i subacquei di tutto il mondo a unirsi a questa campagna. Seguiteci anche su Facebook, unitevi a noi e organizzate voi stessi immersioni a favore della campagna Silent of the sharks “. “70 milioni di squali vengono cacciati ogni anno in tutto il mondo” prosegue Pilosof “essi non possono parlare. Ma possiamo farlo noi, adesso, per loro”.

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