Un recente corso con disponibilità di crediti formativi ha aggiornato alcuni giornalisti non subacquei sul mondo dell’immersione. Per poterne raccontare con maggior cognizione di causa.

di Romano Barluzzi. Foto elaborazione di Mario Genovesi

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Si è svolto il 16 aprile scorso presso la sala consiliare del Comune di Lerici il corso di aggiornamento per giornalisti su “Giornalismo e subacquea: competenze e conoscenza per un’informazione di qualità.” Il corso è stato inserito nel novero delle attività di aggiornamento formativo permanente riconosciute dall’Ordine per gli accreditamenti periodici obbligatori. L’ha organizzato un amico di SerialDiver, Leonardo D’Imporzano. Gli abbiamo chiesto di persona com’è andata e in cosa sono consistiti i contenuti.

Leonardo, una buona presenza di pubblico, a sottolineare come i giornalisti siano poi attenti alla tematica “mare e subacquea”…
«Si. C’erano quasi una quarantina di colleghi e per essere un corso di sabato mattina con inizio alle ore 9:00 direi un ottimo riscontro. D’altronde, negli ultimi anni gli incidenti che hanno raggiunto la cronaca dei giornali sono stati tanti e non esistendo più la figura del “giornalista di settore” tanti colleghi hanno sudato davvero per completare gli spazi. Noi sub sappiamo poi essere spietati di fronte ad ogni errore.»
Ma come nasce questa idea?
«Sai che è un progetto di lunga ideazione. L’idea iniziale viene da una conversazione con un amico comune, il grandissimo Enzo Majorca. Qualche anno fa, per una Festa della Marineria a La Spezia ci eravamo trovati a parlare di giornalisti/subacquea/ricordi/aneddoti e sottolineava come puntualmente, ad ogni suo record, gli “sfondoni” sulla stampa ci fossero sempre. Io, per difendere un po’ la categoria nella quale ero entrato in punta di piedi solo da un paio di anni, avanzavo delle riserve sottolineando come alla fine i subacquei – soprattutto gli apneisti – comunicassero molto poco e molto male quello che facevano.
Riscontri che ho avuto anche assieme, nella nostra avventura con “PescareAPNEA”. Infatti poi con te scrivemmo un libro a quattro mani “SubPuntoCom – la subacquea nei media, dalla carta al web” per guide, istruttori, appassionati … e giornalisti.»
Tutt’ora disponibile su SerialDiver…
«Quello è stato il primo “tassello”, insegnare ai subacquei quali fossero i tempi e le esigenze dei giornalisti e a questi un po’ di subacquea. Un altro passaggio è stato poi la formazione ai medici del master di medicina subacquea e iperbarica del Sant’Anna di Pisa. Un’infarinatura sempre sul mondo del giornalismo. A quel punto, l’ultimo step era proprio presentare la subacquea e la medicina iperbarica al mondo dell’informazione. Ed ecco quindi il corso.»
Quali sono stati i relatori oltre a te?
«La dott.ssa Luisa Cavallo, che non ha bisogno di presentazioni, autrice dell’unico libro sulla legislazione subacquea, di un altro sull’incidente subacqueo e già direttrice del CNeS. Il Capitano di Fregata Giovanni Ruffino, già direttore sanitario di Comsubin per la parte medica.
Quattro ore di corso per altrettanti crediti.»
E ora?
«L’idea è quella di trasformare questo corso in un corso online, potendo così raggiungere molti più colleghi. Organizzare corsi fisici è sempre difficile e poi di prassi sono attività no-profit, questa ad esempio, completamente gratuita senza nemmeno rimborsi. Ipotizzare di “esportarla” in giro per l’Italia non è economicamente sostenibile. Ma come sempre “supporter” non ve ne sono.»
A parte SerialDiver?
«A parte SerialDiver, s’intende!»

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