Un’attività affascinante che consente a tantissime persone, neofiti e professionisti, di avvicinarsi silenziosamente alle bellezze di un mondo meraviglioso.

di Diego Vezzaro

[TS-VCSC-Lightbox-Image content_image=”1686″ content_image_size=”full” lightbox_size=”full” content_title=”Pesca in apnea” attribute_alt=”false” content_image_responsive=”true” content_image_height=”height: 100%;” content_image_width_r=”100″ content_image_width_f=”300″ lightbox_group=”true” lightbox_effect=”fade” lightbox_backlight=”auto” lightbox_backlight_color=”#ffffff” margin_top=”0″ margin_bottom=”20″]

Fin dai tempi remoti l’uomo è stato attratto verso tutto quello che accadeva, o che sarebbe potuto accadere, sotto la superficie del mare. A partire dalle Ama Giapponesi e Coreane, da sempre conosciute per la loro abilità nella raccolta di perle in apnea. Nei secoli furono molti i pionieri che tentarono di violare questo mondo misterioso ma i primi a varcare questi confini con una inclinazione predatoria nelle immersioni sono stati i Polinesiani; con attrezzature molto rudimentali come gli occhialini di legno di palma, riuscivano a raggiungere profondità elevate, sviluppando doti sempre più affinate grazie alla loro attività di raccolta di conchiglie e crostacei, fino a crearne una vera e propria arte. Vista la grande abbondanza di pesce di quei territori particolarmente ricchi, gli abitanti oltre alle loro attività cominciarono a cacciare sott’acqua, totalmente ignari del fatto che quelle prime “pescate” sotto il livello del mare avrebbero dato inizio ad una vera e propria attività: la pesca subacquea.
Ma in Europa la pesca in apnea arriva solo intorno al 1920 grazie a tre giapponesi che, armati di una lunga lancia e imitando proprio lo stile di pesca dei Polinesiani, nuotavano, camminavano sui fondali o si appostavano tra le rocce fino a colpire il primo pesce di passaggio. Ma è solo dopo la seconda guerra mondiale che la pesca in apnea inizia la sua ascesa. Da quella che prima sembrava una disciplina solo per pochi, con il passare degli anni diventa uno sport ed un passatempo estivo anche per i padri di famiglia che si dilettano a pescare qualche pesce o qualche polpo per la cena. Le attrezzature erano ancora molto rudimentali: le maschere di gomma, le prime pinne ed i fucili a molla armati di fiocina. Ma quegli strumenti così grezzi, hanno fatto si che il pescatore si evolvesse non solo nella disciplina vera e propria, ma anche nella ricerca di equipaggiamenti sempre più sofisticati.
Ai nostri giorni l’apnea e la pesca in apnea hanno raggiunto altissimi livelli e le attrezzature sono andate di pari passo. Ma anche la mentalità e l’etica sono cambiate. Ed è per questo che il pescatore in apnea moderno gioca al giorno d’oggi un ruolo importante. È una persona che conosce e ama il proprio mare. È un osservatore sopra e dentro quel mondo marino che lo ospita. La sua è una pesca selettiva che rispetta l’ambiente, la taglia dei pesci e il loro periodo riproduttivo.
Ma la pesca in apnea è molto altro. Ed è proprio da questo articolo che iniziamo una rassegna di servizi dedicati alla pesca subacquea. Gli argomenti trattati saranno tantissimi: dalla conoscenza dell’ambiente alle attrezzature del pescatore, dai fucili pneumatici ed arbalete alla loro manutenzione, dalle tecniche di pesca fino ad arrivare alle varie specie pescabili. Parleremo inoltre di incidenti, normative, mimetismo, come pianificare un’ uscita in mare, come memorizzare le zone, tecniche, consigli, trucchi del mestiere e molto altro.
Però non voglio svelarvi tutto adesso, preferisco lasciarvi “senza fiato”. Se comunque volete imparare o volete migliore le vostre doti venatorie sulla pesca in apnea rimanete “sommersi” con noi e non perdetevi i prossimi articoli… il profondo blu ci aspetta!

Lascia un Commento