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“Si può vedere sott’acqua anche quando la vista non c’è più o non c’è mai stata. Si può essere subacquei ed esplorare un fondale marino anche da ciechi. Si può perfino fare turismo subacqueo, malgrado la condizione di non-vedenza…” Parola di ASBI. Che rilancia con una nuova attività

A cura della Redazione. Foto ASBI

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Per quest’obiettivo dall’11 al 16 settembre p.v. si svolgerà un corso che darà la possibilità ai subacquei non vedenti di immergersi nei fondali splendidi delle isole Tremiti, presso diving e Riserve Marine, seguendo la didattica “ASBI-Albatros progetto paolo Pinto Scuba Blind International – Cmas”, la metodologia più innovativa per sub non vedenti al momento disponibile. Tale didattica, attraverso un metodo collaudato e efficace, riesce a rendere l’immersione davvero interessante per il non vedente, nonché portatrice di nuove consapevolezze sugli habitat naturali e più approfondite conoscenze sulle specie marine.
Il metodo comprende anche l’ausilio di un riconoscitore subacqueo in Braille (scrittura/lettura del non vedente).

Questo nuovo corso è in pratica la seconda parte di un’attività didattica e divulgativa vinta da ASBI tramite apposito progetto presso il Ministero delle Pari Opportunità: come la prima parte, svolta a Otranto a inizio estate 2018, anche questa è prevista per 5 (cinque) persone, che sono i non vedenti Roberto Rabito di Lugo di Vicenza; Francesca Zepponi di Vicchio – Firenze; Marco Andreoli di Verona; Ornella Punzo di Alessandria; Fortuna Russo di Bologna.

Il corso sarà svolto dal trainer Manrico Volpi, l’ideatore stesso della nuova e collaudata metodologia formativa; da Grazio Menga, Mirco Ferro, Marco Volpi e Alessandra Comin e ha già preventivamente ricevuto l’egida del Comune di Isole Tremiti, della Riserva, di Ente Parco (da sempre particolarmente attento nei confronti della “diversa abilità”) e niente di meno che dalla Camera dei Deputati.

ASBI progetto Paolo Pinto ancora una volta così permette di aprirsi a tutte le realtà che a vario titolo si impegnano nel sociale della disabilità – in particolar modo all’Unione Italiana Ciechi ed ipovedenti – alle quali può oggi offrire l’opportunità di un approccio altamente formativo a quest’attività. Inoltre non potevano mancare i turisti subacquei non vedenti per esplorare i fondali (tanto ambiti dai sub normodotati!) accompagnati dalle guide ASBI già abilitate e provenienti da più parti d’Italia.

Il presidente dell’associazione ASBI progetto Paolo Pinto la dott.ssa Angela Costantino ringrazia anticipatamente lo staff dell’hotel Eden, per la disponibilità offerta, i diving Marlin Tremiti, Aquodiving, l’hotel Kirye per la concessione della piscina, la ditta Neos per la fornitura di mute subacquee e tutti coloro che garantiranno lo svolgimento dell’evento, invitando tutte le realtà turistiche a «fare sistema» intorno alla disabilità, mettendo in atto ogni soluzione che possa rendere più fruibili le loro strutture, valorizzandole così ulteriormente, e in modo da caratterizzare ancor meglio l’offerta del territorio, considerando concreta l’opportunità di aprire il proprio mercato anche ai sub non vedenti: «pur trattandosi di un piccolo mercato – ha concluso Angela Costantino – lo credo comunque importante e sicuramente in crescita».

Sabato 15 settembre alle ore 21:30 lo staff di ASBI aspetta tutti sulla terrazza dell’hotel Eden per la cerimonia della consegna dei brevetti, con proiezione dei filmati subacquei dell’evento e alla presenza delle autorità.

Il corso subacqueo è incentrato dunque sulla preparazione di 5 non vedenti alle immersioni sui fondali delle Isole Tremiti. La metodica didattica impiegata ha una impostazione che cambia l’approccio statico e ghettizzante del “sentiero dedicato ai disabili”, in uno diretto che fa sentire il non vedente non più solo trasportato passivamente sott’acqua, bensì protagonista assoluto della sua immersione. In sintesi il sub non vedente può immergersi insieme agli altri sub ed eseguire le stesse identiche tecniche con cui s’immergono gli altri in qualsiasi luogo, senza doversi limitare ai soli sentieri subacquei attrezzati, ma – al contrario – esplorando e “osservando” con le dita e – con l’ausilio del riconoscitore subacqueo in Braille – gli habitat sommersi e le specie senza con ciò doversi sentire “diverso”.

Una apparente utopia che è già diventata una concreta realtà!

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