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Considerazioni sul Campionato del Mondo di Fotografia Subacquea svoltosi a La Paz, in Messico, nel 2017. Un evento di troppo grande spessore per esaurirne l’eco nelle sole cronache del momento.

di Isabella Furfaro

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“…Viene l’acqua purissima del torrente di montagna, scivola sulla pelle e toglie via tutti i frammenti infinitesimali della parola tempo che smarrito, scompare…(*) ”.
Ho rubato le parole di un celebre scienziato (il suo credito è citato in fondo all’articolo) per descrivere il mio stato d’animo al rientro dal Campionato del mondo di fotografia subacquea in Messico. In ordine cronologico è il terzo a cui prendo parte.
Il sonno tarda ad arrivare la sera al rientro in Italia e il risveglio della mattina è lento e faticoso. Nelle ore in cui la coscienza è semi sopita riemergono alla mente immagini, suoni che come in un ballo, fluttuano insieme a forti sensazioni.
La mia mente ripensa a un tempo che sembra sospeso sin dal momento della partenza da Roma per la località di La Paz – nel Messico della Baja California – insieme al team italiano di fotografia subacquea: il fotografo Stefano Proakis e la sottoscritta come modella e assistente, il fotografo Francesco Visintin accompagnato dalla modella e assistente Francesca Romana Reinero, il Direttore Tecnico Mario Genovesi e il Tecnico Federale Michele Davino.
Una volta giunti a La Paz, la distanza fisica è diventata anche una sorta di distanza mentale, accompagnata da un diverso modo di rapportarsi ai luoghi, agli eventi, ad un mare e ad un popolo differenti.
L’orologio, oltre a doversi necessariamente spostare indietro di 8 ore, scandisce un tempo diversamente regolato e non solo a causa del differente fuso orario e della diversa inclinazione dei raggi solari che rendono il clima estremamente piacevole.
Un tempo che regola le nostre giornate scandite dal trascorrere interi giorni in acqua, in barca con i nuovi compagni, un tempo dedicato alla concentrazione, alla ricerca e allo studio delle immagini da creare dopo le quotidiane perlustrazioni nei luoghi potenziali campi gara ma anche un tempo dedicato alle cene e alle risate con i colleghi del team e i nuovi amici.
Al diving del porto turistico incontriamo il numeroso team spagnolo, sempre sorridente e socievole. È in Messico già da una settimana, ci dicono il direttore Gabriel e Gisel del Diving.

Sarà proprio il giovane e talentuoso spagnolo Rafael Fernandez Caballero, accompagnato dal suo assistente e modello Oscar Luna Romero ad aggiudicarsi il titolo di campione del mondo, seguito dal connazionale Jesus Yeray Delgado Dorta quale vice campione, accompagnato dalla sua modella e assistente Abigail Marti.
Viene spontaneo domandarsi quale possa essere la chiave del successo che accompagna da diversi anni i vari team spagnoli nel corso delle più importanti competizioni internazionali. La terza posizione sul podio andrà al team turco, composto dal fotografo Cenk Ceylanoglu e dalla sua modella.
Torno indietro con il pensiero rivivendo i momenti trascorsi con Alexandra e il giovane capitano della nostra barca che ci hanno accompagnato con cortesia e professionalità nei luoghi di perlustrazione durante i giorni di allenamento.
Che emozione l’incontro con i leoni marini, la scoperta del luogo incredibile in cui vivono gli squali balena, esemplari di diversi metri emersi da un’acqua lattiginosa, apparentemente dal nulla, in compagnia dei pesci pilota. Proviamo ad inseguirli in una quasi inutile e affannosa corsa perché sono loro a decidere quando avvicinarsi, a regolare le distanze e a regalare istanti emozionanti e la possibilità di qualche scatto ai fotografi.
Ricordo bene il momento del pre-gara in cui il Presidente di giuria puntualizza alcuni passaggi del regolamento con indicazioni, purtroppo, non a nostro favore.
Il mio sguardo si incrocia con quello di Stefano, amico ed eccellente fotografo che accompagno da anni ed appare chiara – anche questa volta –– la necessità di un cambio di strategia. Fortunatamente il nostro costante allenamento in Italia, la lunga esperienza del nostro team, la grinta e la lucidità di Stefano insieme al self control e alla determinazione del nostro Capitano Mario e del tecnico Michele, ci hanno consentito di definire velocemente un piano alternativo per una parte della gara.
“Non è un mare facile” – qualcuno afferma – e in effetti in quel periodo dell’anno l’acqua è spesso torbida e le immagini della ricca vita dei fondali e dei tanti relitti di La Paz non sono facilmente “catturabili” dagli scatti dei nostri abili fotografi.
Vivo e nitido è il ricordo dei momenti di fine gara in cui, come di consueto, si vive intensamente la complessa fase della scelta delle immagini da presentare: quale sarà quella giusta per la giuria internazionale di fotografi dalle diverse esperienze e culture?
La soddisfazione, infine, per il comunque ottimo risultato della nostra squadra – medaglia d’argento nella categoria close up con tema leoni marini e medaglia di bronzo nella categoria macro su un totale di ben 35 concorrenti – è forte e nitida e ci accompagna per tutto il viaggio di ritorno.
Una volta a casa metto insieme i pensieri, come un puzzle composto da tanti diversi pezzi. La voce dell’amico Domenico al telefono, al rientro da un importante percorso di cura, mi dice: “…Isabella, fai tesoro di ciò che hai imparato da questa esperienza…”.
Questa frase mi riecheggia nella mente per giorni. Conosco Domenico da anni, le sue parole, opportune e misurate, hanno sempre avuto un senso preciso e, forse, questa volta, ancora di più. Credo non si riferisse solo all’esperienza puramente tecnico-sportiva ma all’esperienza umana che, in effetti, raccoglie sempre i vissuti più vari, piacevoli e meno piacevoli.
Non vedo l’ora di sentire, per un proficuo confronto, anche Franco, il Capitano del mio primo mondiale a cui partecipai con Ciccio, Andrea ed Anna, mentre altri amici e conoscenti mi chiamano o scrivono per complimentarsi per i risultati raggiunti.

Accanto e a supporto della squadra, come in occasione dello storico Campionato di Cuba nel 2013, c’erano anche Sonia Davino, il piccolo Francesco e la nuova arrivata della famiglia Davino, Chiara, insieme ad Elena e Luciano Davino ed alle nuove accompagnatrici Francesca e Anna Visintin.
Un’ ultima curiosità… chissà come è stato l’incontro del componente della squadra giapponese con il suo bambino appena nato, la cui moglie partoriva proprio nel giorno della competizione?
Un saluto particolare va pure agli amici sloveni con i quali, anche questa volta, abbiamo, sportivamente e felicemente condiviso l’imbarcazione nelle giornate di gara.
Congratulazioni, infine, sia ai vincitori che a tutti i partecipanti al campionato, ciascuno dei quali, sono certa, ha investito il massimo della passione e delle proprie energie.

(*) Left 6 febbraio 2016 – “Trasformazione” di Massimo Fagioli.

7 Comments

  • piero
    Posted 4 Marzo 2018 20:22 0Likes

    Bello come sempre leggerti Isa

    • Isabella Furfaro
      Posted 11 Marzo 2018 9:46 0Likes

      Grazie Piero per la tua lettura.
      Nei miei molti e splendidi anni di formazione subacquea..come sai…hai avuto un ruolo importantissimo..grazie a te,
      Isabella

      • piero
        Posted 19 Marzo 2018 23:26 0Likes

        Vivere per il mare, questa è la frase che ti calza e ti identifica Isa.

  • Salvatore
    Posted 11 Marzo 2018 11:04 0Likes

    I Tuoi racconti sono sempre molto entusiasmanti, li fai vivere….. orgoglioso di averti come amica.

  • David Pilosof
    Posted 15 Marzo 2018 8:08 0Likes

    Bravo Isabella and Stefano for being part of the winning teams

  • Andrea
    Posted 16 Marzo 2018 7:03 0Likes

    Brava Isa (e bravo Stefano) mi hai fatto rivivere la vs esperienza e non solo

  • antonio
    Posted 18 Marzo 2018 14:46 0Likes

    Ciao Isa ancora complimenti per il risultato veramente prestigioso e importante.

    Avrei voluto commentare il tuo racconto (bello come sempre) già qualche giorno or sono, ma una serie di cose irrimandabili me lo ha impedito.

    Penso non esista metafora più potente e completa della vita di quella del viaggio verso ed attraverso il mare, col suo ignoto, le sue sorprese, i nostri mezzi e le nostre abilità mai sufficientemente robusti per resistere alla sua vastità.

    Prudenti per la consapevolezza delle nostre forze (“non è un mare facile”), ma non intimoriti, comunque sufficientemente “affamati” dallo spingerci alla scoperta di nuove emozioni da poter vivere e magari raccontare – da protagonista – come fai tu.

    Regalaci ancora nuove suggestioni con le tue esperienze e i tuoi racconti! Io le commenterò volentieri secondo il mio vissuto.
    Un abbraccio.

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