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Tra ricerca scientifica, collaborazione allargata a tutti i subacquei e tutela ambientale.

Di Luca Malentacchi e Giulia Furfaro

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Due subacquei appassionati, l’istruttore Luca Malentacchi e la biologa Giulia Furfaro, sono i coordinatori del Project Baseline Corallium rubrum un progetto che, in seno alla Global Underwater Explorer (GUE), promuove la ricerca, la gestione e la tutela di uno dei siti sommersi più belli del Promontorio di Monte Argentario (Toscana). Tuttavia non si può parlare di Project Baseline se non si conosce l’organizzazione che ha ideato il progetto. A differenza di quanto generalmente si possa pensare la GUE non è una didattica. Si tratta piuttosto di un’organizzazione no profit che si dedica alla ricerca, all’esplorazione e alla tutela del regno acquatico nel mondo. I progetti internazionali portati avanti dalla GUE sono supportati dai propri soci, tra cui anche esploratori e scienziati, oltre che da tutti i volontari che hanno piacere di essere parte attiva nelle opere di salvaguardia promosse.
Oggi la GUE è ben conosciuta per il suo sistema d’addestramento, ma i metodi, caratterizzati da standard di qualità decisamente elevati, sono una naturale estensione di un comune desiderio di esplorare e di proteggere il mondo acquatico facendolo in totale sicurezza. La formazione, attraverso l’addestramento, di subacquei sicuri, qualificati e informati è per la GUE un passo necessario per poter perseguire gli obiettivi che la identificano: l’esplorazione, la ricerca subacquea, la salvaguardia dell’integrità del mondo sommerso, la divulgazione chiara e semplice delle conoscenze acquisite.
In poche parole crea una moderna Costeau Society: legando fra loro appassionati subacquei, esploratori, scienziati, ambientalisti, ricercatori e istruttori per promuovere gli interessi del mondo subacqueo e di coloro che si adoperano per esso. Uno degli aspetti più importanti della GUE come organizzazione di addestramento è che la formazione, nascendo dalla passione per la subacquea e dall’amore per l’ambiente in cui ci si immerge, porta all’insegnamento di tecniche volte a coltivare le competenze di cui si ha bisogno per prendere parte alle attività della GUE. L’obiettivo didattico dunque è quello di creare subacquei responsabili, in grado di pensare, stare a proprio agio, di sentirsi sicuri e competenti in immersione. Solo dopo aver ottenuto questo livello si saranno raggiunti gli standard GUE necessari per potersi dedicare alle attività di ricerca ed esplorazione, certi di farlo nel modo più sicuro per sé stessi, per la propria squadra e per l’ambiente circostante. Alcuni anni fa la GUE ha varato questo ambizioso progetto dal nome “Project Baseline”. La sua finalità è quella di monitorare nel tempo i cambiamenti che si possono verificare in un determinato ambiente acquatico di interesse geografico, storico, ambientale. Questo controllo viene effettuato attraverso una piattaforma collegata al quartier generale GUE, una vera e propria banca dati, che tra qualche anno sarà un importante patrimonio fruibile a tutti. In tutto il mondo sono già operativi diversi progetti, alcuni dei quali anche in Italia (www.projectbaseline.org).

Il nostro, denominato “Corallium rubrum”, ha un intento preciso, ovvero quello di capire come sono distribuite e come si evolvono nel tempo alcune colonie di corallo rosso ben note ai subacquei più appassionati presenti nel nostro mare. Il lavoro si concentra su due zone situate nel promontorio dell’Argentario: lo Scoglio del Corallo e lo Scoglio dell’Argentarola. Queste due stazioni sono molto interessanti da un punto di vista biologico ed ecologico e inoltre ci permettono di osservare come l’impatto antropico influisca in queste aree che, ogni anno e durante tutte le stagioni, sono visitate da un’imponente mole di subacquei. La collaborazione con un ampio e dinamico gruppo di volontari è essenziale e permette lo sviluppo d’un protocollo di campionamento decisamente impegnativo, caratterizzato dalla raccolta e catalogazione di una grande quantità di dati di diversa natura. Trattandosi del primo studio realizzato in queste aree è stato necessario produrre una prima caratterizzazione di queste popolazioni costiere di corallo rosso raccogliendo dati abiotici (chimici, fisici ecc…) considerati importanti per la crescita del corallo rosso come il pH, la temperatura dell’acqua alle diverse batimetrie e l’idrodinamismo; sono stati poi descritti i principali parametri morfometrici e demografici delle colonie studiate al fine di capire la struttura di questa peculiare e rigogliosa popolazione soprattutto in termini di stato di riproduttività e vitalità. L’area di studio è stata quindi suddivisa in transetti (sia a batimetria costante sia secondo differenti fasce batimetriche) secondo uno schema che permettesse di analizzare i principali parametri non solo a livello di popolazione di corallo rosso ma anche al livello più ampio di habitat a coralligeno. Questo si trova al secondo posto per habitat con il maggior numero di specie animali e vegetali presenti (solo dopo le praterie di Posidonia oceanica) e risiede unicamente nelle preziose acque del Mare Nostrum così come il suo rappresentante più illustre il Corallium rubrum (o corallo rosso). Per poter descrivere lo stato attuale di questa popolazione di corallo rosso, così come delle specie ad esso associate, vengono regolarmente effettuati rilevamenti fotografici, annotazioni in situ e misurazioni lungo i transetti secondo le modalità definite dal protocollo di lavoro al fine di poter ottenere risultati qualitativi e quantitativi scientificamente validi e statisticamente supportati. Il monitoraggio nel tempo permetterà inoltre di comprendere la dinamica delle popolazioni studiate creando le basi per la gestione, la tutela e la conservazione che questa specie, adattata a un ambiente così spettacolare, meriterebbe. La promozione di un “parco boe” e di una regolamentazione nell’attività della pesca sportiva così come del turismo subacqueo sono tra gli obiettivi del Project baseline Corallium rubrum poiché dallo studio, iniziato già da più di un anno, è risultato innegabile il danno provocato dall’ancoraggio delle imbarcazioni, dalle lenze impigliate e abbandonate tra i rami delle colonie di corallo e quello provocato dagli urti dei subacquei durante le loro immersioni. Se si pensa ai delicatissimi equilibri che tengono uniti e vitali tanti organismi tra loro e che permettono l’esistenza di ambienti così stupendi e unici dal valore ecologico e ambientale inestimabile non si può far altro che continuare a sostenere la ricerca e il monitoraggio che progetti come il Project Baseline Corallium rubrum portano avanti nella speranza che gli enti preposti alla gestione e tutela ambientale possano fare la differenza.
Il Project baseline Corallium rubrum in questo suo primo anno di lavoro ha visto la partecipazione di tanti subacquei appartenenti a diverse didattiche e scuole; pur nascendo dalla GUE, infatti, promuove un’attività aperta a tutti perché la salvaguardia del mondo sommerso riguarda tutti. La partecipazione di un gran numero di volontari permette di portare avanti anche un’opera di pulizia del fondale dai rifiuti (macroplastiche, lenze, reti ecc…) che, seppur parallela all’obiettivo del progetto stesso, costituisce un dovere morale che guida ogni nostra immersione. Seguiteci sulla pagina Facebook del progetto:
https://www.facebook.com/Project-Baseline-Corallium-rubrum-227562144112529/?fref=ts
Maggiori info presso i contatti: Istruttore GUE Luca Malentacchi email: luca@gue.com. Dott.ssa Giulia Furfaro email: giulia.furfaro@uniroma3.it

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