Una gita diversa per le prossime vacanze natalizie? Provate il “MAS Museo delle Attività Subacquee” a Marina di Ravenna. Vi basterà un giorno e viaggerete nel tempo.

di Romano Barluzzi

[TS-VCSC-Lightbox-Image external_link_usage=”false” content_image=”8117″ content_image_size=”full” lightbox_size=”full” content_title=”Il mosaico del persempre” attribute_alt=”false” content_image_responsive=”true” content_image_height=”height: 100%;” content_image_width_r=”100″ content_image_width_f=”300″ lightbox_group=”true” lightbox_effect=”fade” lightbox_backlight=”auto” lightbox_backlight_color=”#ffffff” margin_top=”0″ margin_bottom=”20″]

Pochi luoghi al mondo e di certo pochissimi nel nostro Paese possono costituire una incredibile fonte di informazioni, immagini ed esemplari originali di equipaggiamenti da immersione come accade al “MAS Museo delle Attività Subacquee” situato a Marina di Ravenna. Di fatto un’opera di rara utilità per la conoscenza e l’educazione. E con la nuova sede espositiva in piazza Marinai d’Italia, con all’ingresso le prime tre storiche torrette butoscopiche e campane che siano state impiegate per lavori di profondità, ora sentinelle del MAS in quella loro livrea giallo brillante, di fatto rappresenta un posto che può rivelarsi unico per chiunque ami il mondo sommerso. Ed è anche il classico caso in cui si può smentire la convinzione che tutto oggi si trovi già in internet. Certo, anche il MAS ha il suo sito web, così come l’HDSI – Historical Diving Society Italia che ne è il patron di fatto. Ma trovarsi qui è un’altra… storia. Certe cose vanno viste e toccate di persona per viverle come meritano. Per sentirsi restituite da loro tutte le cose che hanno vissuto. Per ascoltarle narrare.

E quando ti accorgi che qui puoi sapere della prima foto scattata sott’acqua, del primo film girato sul fondo, della prima scafandratura – ovviamente per fotocamere e videocamere, ma anche per qualsiasi altra cosa occorresse portare sotto le onde –, delle prime pinne, del primo erogatore, della prima muta antartica, del primo Rov… del primo di tutto e di ogni altro step successivo; e realizzi che quasi in ciascuno di questi casi puoi vedere coi tuoi occhi e sfiorare con le tue dita gli oggetti, gli scritti e le immagini riguardanti quelle informazioni, ecco che lo stupore prende il sopravvento. E non ti muovi più da qui, ci resti incollato per un tempo che non sai. Realizzerai dopo che s’è trattato di diverse ore, nel frattempo trascorse alla velocità di cinque minuti. Se le fotografie sono come macchine del tempo, qui il tempo è il sovrano assente. Questi oggetti ne parlano di continuo, del tempo, in ogni dettaglio. Ti sembra di sentirli bisbigliare, hai l’impressione siano le voci di chi li ha maneggiati, puoi immaginare i suoni e i rumori delle operazioni sul mare che hanno permesso di compiere, piccole immersioni o grandi imprese che fossero, sportive, lavorative e militari. Eppure sono anche qui e ora, come te, insieme a te.

Dunque il tempo non esiste? O scorre così rapido che come il video non ti permette di cogliere i singoli frame di cui è fatto? Oppure è così lento che come ogni tesserina del mosaico non ti fa immaginare mai prima la figura completa che andrà a comporre? Finisce che ti tieni le tue domande e il loro fascino inquietante – in quel non trovar risposta – e prosegui l’immersione in questa mostra permanente straordinaria. Ti aiuta Vincenzo Cardella, la guida, il custode e il bibliotecario magico di questo luogo incantato. Ha sempre un’informazione in più che non ti aspettavi, una parola per chiunque, dagli sportivi novizi ai più anziani nostalgici, dai personaggi noti ai bambini delle tante scolaresche che continuamente vengono portate in visita al museo. Tiene le pubbliche relazioni, i contatti con i media, le rassegne degli eventi. E qui se ne organizzano tanti, ma proprio tanti. Il MAS dispone tra l’altro di un secondo piano con una bellissima sala conferenze e convegni, dotata di ogni tecnologia per la multimedialità nelle presentazioni di qualsiasi tipo. Infaticabile e vulcanico senza tanto darlo a vedere, Vincenzo è uomo e subacqueo da dietro le quinte. Un regista globale con la passione per i dettagli. Lui “è” il MAS.

Senza nulla togliere naturalmente a chi questa realtà l’ha sempre fortemente voluta ottenere e mantenere, come tutto il direttivo dell’HDS Italia, a farsi da personaggi del calibro di Faustolo Rambelli, Federico De Strobel e tanti altri. Ma ecco che ci fermiamo qui. Non volevamo raccontarvi tutto di ciò che potreste voler scoprire da soli al MAS bensì farvi venir voglia di andarci. Così come con le foto del nostro servizio realizzato sul posto appena qualche giorno fa. Perché nulla è come essere lì. Una sorpresa nella sorpresa? Insieme a Vincenzo, che non a caso abbiamo poc’anzi definito anche “bibliotecario magico”, lasciatevi assorbire dalla maggior biblioteca di testi di subacquea in tutte le lingue che esista da noi. Un catalogo impressionante sia per il numero sia per la rilevanza delle opere, spesso per la loro rarità, quasi tutte raccolte negli anni dalle offerte di innumerevoli donatori che hanno preferito lasciarle in patrimonio comune al museo. Se scrivere è come immergersi allora un libro potrebbe salvarvi. Il vostro libro perduto. Perché – come scrive Baricco in “Novecento” che originò il film “La leggenda del pianista sull’Oceano” – «Non sei mai veramente perduto finché hai una buona storia da parte e qualcuno a cui raccontarla.»
Per informazioni e/o contatti pre-visita scrivere a: museo@hdsitalia.org o telefonare a: Vincenzo Cardella sul cellulare 338 7265650.

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