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Ecco la testimonianza di Fabio Ruberti. Riceviamo e pubblichiamo precisazioni e richieste di rettifica del patron di IANTD quale contributo ai chiarimenti sull’articolo “Didattiche morte, a volte ritornano”.

di Isabelle Mainetti

[TS-VCSC-Lightbox-Image content_image=”8851″ content_image_size=”full” content_title=”Fabio Ruberti al recente EudiShow 2016 durante la conferenza di IANTD sulla ricostruzione in 3D del sommergibile Sciré” lightbox_effect=”fade” margin_bottom=”20″]

A seguito dell’articolo “Didattiche morte, a volte ritornano”, contenente dichiarazioni degli attuali responsabili della PSAI rilasciatami anche quale ricostruzione dei pregressi di tale agenzia, abbiamo raccolto segnalazioni e precisazioni in quantità. Tra queste, ritenendola degna di nota – anche per averne ricevuta copia in direzione – abbiamo deciso di indicare per prima all’attenzione dei nostri lettori quella con richiesta di rettifica da parte del dr. Fabio Ruberti che pubblichiamo integralmente qui di seguito. La cosa ci appare incontrare perfettamente il desiderio che ci ha mosso fin dall’inizio di fornire più informazioni possibili sulla storia di sigle e didattiche che contraddistinguono oggi il campo della cosiddetta “subacquea tecnica”, un movimento senz’altro fra i più ricchi di fermento e dinamicità nell’attuale panorama delle attività subacquee. Lo facciamo come organo d’informazione e divulgazione in quanto contributo per una maggior consapevolezza della comunità dei subacquei, anche quando le rispettive dichiarazioni possono apparire contraddittorie o conflittuali l’una verso l’altra, nella convinzione che ciascuna parte si prenda la responsabilità di esporre in maniera circostanziata e comprovabile ciò che desidera far conoscere. Dunque rifuggiamo da sterili polemiche e ci auguriamo che chiunque si rivolga a noi lo faccia condividendo questo stesso intento. Ma ora la parola a Ruberti.

«Buonasera (…), mi è capitato di leggere poco fa quanto rilasciato alla Sig.ra Mainetti dagli attuali responsabili della PSAI nell’articolo in oggetto.
L’intervista ha comprovabili inesattezze (penso non imputabili alla rivista), mi limito a rettificare e chiederne debita pubblicazione di un paio: una in merito alle affermazioni del Canale a riguardo della sua “entrata e competenza nell’ambito della subacquea tecnica” in IANTD e un’altra (composta da varie errate affermazioni) di natura storico-didattica.
Per bocca (penna) della Sig.ra Mainetti il Canale afferma: “Nel 1998 entra in IANTD e acquisisce un’importante competenza nell’ambito della subacquea tecnica entrando poi anche nel mondo dei rebreather”.
Il Canale, nella verità dei fatti, “entra in IANTD” acquisendo il brevetto di IANTD EANx Instructor solo nel 2008 (dieci anni dopo di quanto lui dichiara), qualifica che abilita all’insegnamento del nitrox, limitato a 40 m e senza decompressione.
Non acquisisce con IANTD nessun altro brevetto da istruttore di livello tecnico, solo uno da subacqueo. Infatti, nel dicembre 2012 fu brevettato IANTD Normoxic Trimix Diver in circuito aperto, non ha svolto con noi nessun corso di rebreather.
Perciò, ci sarebbe da chiarire quale valore e che quantificazione dare all’affermazione: “importante competenza nell’ambito della subacquea tecnica”.
Bene, detto questo, passiamo alla parte “storico-didattica” sulla quale un giorno scriverò un libro.
Vi sono affermazioni in tal merito che non sono esatte e manifestano palesi contraddizioni.
Innanzitutto, negli anni ’90 la PSAI non era, insieme alla IANTD, la didattica tecnica di maggior spicco, tanto è vero che gli stessi vostri due intervistati hanno svolto i loro corsi con IANTD, e tanto da citarla come unico riferimento della loro formazione tecnica. Perché adesso affermano una tale inesattezza?
Tra l’altro allora si chiamava solo PSA (Professional Scuba Association), l’International non esisteva, perché al di fuori degli USA era solo a Gallarate in casa del primo gestore italiano di questa agenzia.
Infatti, in quegli anni la sola didattica tecnica che stava sviluppando, tra mille difficoltà, quest’attività era la IANTD.
I vostri intervistati cercano di liquidare la storia dell’agenzia da loro attualmente gestita, addossando tutte le responsabilità al gestore italiano di allora, mentre non è così, perché la PSA aveva nel suo sistema originale statunitense le caratteristiche che ne hanno disegnato la sua storia così come si è svolta nella realtà dei fatti.
Poi di gestori, per essere precisi, oltre il primo, ce ne sono stati altri.
In verità, la sua caratteristica fondante principale risiede proprio, come ho già accennato, nella sua storia americana che la vede nascere come scuola esclusivamente dedita a corsi d’immersione profonda ad aria (fatto che del resto affermano gli stessi vostri intervistati) che si svolgevano, allora, al 40fathoms Grotto, ad Ocala, in Florida, con sette livelli di brevetto fino a 300 ft (circa 100 m) e in questa maniera l’ho conosciuta io personalmente agli inizi degli anni novanta.
Perciò, questo Dna, imperniato sulla codifica didattica dei livelli di corso dell’immersione profonda ad aria, è stato il vero tratto caratteristico originale dell’agenzia, incluso in Italia, rappresentandone uno dei principali fattori, se non il principale, che ne ha determinato la sua storia.
Qui, per il momento, termino con la richiesta di rettificare quanto sopra specificato, anche se nell’intervista vi sono altre affermazioni opinabili e degne di replica, e di essere interpellato ogniqualvolta qualcuno cita la IANTD nelle vostre interviste e articoli, per verificare la veridicità delle affermazioni rilasciate in merito. Distinti saluti» (Fabio Ruberti – IANTD®)

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