Un guanto speciale permetterà di utilizzare i contatti touch degli iPhone anche racchiusi nelle custodie da immersione. Utopia? No, il prototipo esiste già. Ma ecco come ci siamo arrivati.

A cura di Michele Davino

[TS-VCSC-Lightbox-Image content_image=”3203″ content_image_size=”full” lightbox_size=”full” content_title=”Come spippolare sull’iPhone sott’acqua” attribute_alt=”false” content_image_responsive=”true” content_image_height=”height: 100%;” content_image_width_r=”100″ content_image_width_f=”300″ lightbox_group=”true” lightbox_effect=”fade” lightbox_backlight=”auto” lightbox_backlight_color=”#ffffff” margin_top=”0″ margin_bottom=”20″]

C’è il mondo della fotografica subacquea pure dietro un innovativo prodotto per iPhone, ancora a livello di prototipo sperimentale, ma che potrebbe veder la luce presto anche sul mercato. Si tratta della possibilità, tramite uno speciale guanto, di interagire con i comandi touch dello schermo capacitivo dello smartphone anche quando sta chiuso dentro una scafandratura da immersione. Quindi la possibilità concreta che si prefigura è proprio quella di sfruttare tutte le funzioni dello smartphone pure mentre ci si trova sott’acqua.
Bisogna precisare che custodie per portare sott’acqua l’iPhone ce ne sono già da anni (sebbene senza la possibilità di agire sullo schermo a sfioramento) e che anche il guanto in grado di interagire con gli schermi touch è già in commercio da tempo ma solo per fuori dall’acqua: ciò che dunque mancava era l’abbinamento di queste due tecnologie tale da permettere tutte le azioni touch anche attraverso la custodia che scafandra lo smartphone in immersione.
Ora, per capire come ci sia venuta l’idea che ci ha condotto al prototipo bisogna fare un piccolo passo indietro.
Era l’autunno del 2011 quando incontrai Oskar M. Music, ragazzo sloveno titolare di una azienda leader del settore, e gli parlai delle mie idee per fare la macro zoomata. Lui era reduce dai Campionati Mondiali del 2011 dove, come assistente del fotografo Rok Kovacic, aveva vinto la Medaglia d’Oro nella categoria Macro con un innovativo strumento chiamato L.S.D., acronimo di Light Shaping Device. Tale strumento, oltre ad eseguire una illuminazione selettiva come i tradizionali snoot, permette di proiettare una forma di luce ben definita ad una certa distanza focale, come nella foto vincente dove la Discodoris atromaculata sembra essere su un tappeto volante.
Come è facile intuire, non c’è voluto molto per convincerlo a supportarmi in questo nuovo progetto. Così ai Campionati Italiani del 2012, dopo un anno di sviluppo e messa a punto, sono riuscito finalmente ad utilizzare l’eZoom in tutte le sue funzionalità.
Ma il momento più rappresentativo ed emozionante di questa nostra intensa amicizia e collaborazione è immortalato nell’immagine del podio della categoria Macro ai Campionati Mondiali di Cuba 2013. Io, con la foto degli alberelli di Natale fatta con l’eZoom da lui prodotto, avevo vinto la Medaglia d’Argento e lui, con una bellissima foto fatta con tecniche tradizionali, aveva vinto una meritata e ambita Medaglia di Bronzo. Questa è un’immagine che rimarrà per sempre nella mente di entrambi, e che testimonia ancora una volta che il mondo è veramente piccolo!

Sulle ali dell’entusiasmo tutto è possibile. Fu così che quando, a parti invertite, Oskar mi chiese di supportarlo nel suo ambizioso e innovativo progetto al centro di questo articolo, non potevo che rispondere subito con un SI incondizionato. Il progetto consisteva appunto nel creare un meccanismo per rendere possibile l’utilizzo di tutte le funzionalità dello schermo degli iPhone anche sott’acqua, ovviamente anche con i guanti. Non esisteva all’epoca (e di fatto non esiste tuttora) un prodotto che permettesse veramente di utilizzare tutte le funzionalità di uno schermo capacitivo sott’acqua. Pensiamo a che scenari potrebbero aprirsi, sia nella fotografia subacquea, sia in ambienti lavorativi e didattici: immaginiamoci l’istruttore che fa vedere l’esercizio ad un allievo sull’iPad prima di farglielo eseguire.
Così, Oskar si mette subito all’opera e depositiamo insieme gli importantissimi e costosissimi brevetti internazionali, indispensabili per un’adeguata tutela giuridica dell’invenzione. Nel giro di qualche mese Oskar prepara una custodia subacquea che possa essere utilizzata per sperimentare la tecnologia ed i risultati sono subito entusiasmanti: si riesce a utilizzare l’iPhone in tutte le sue funzionalità fino a 30 metri di profondità, come si vede in questo filmato https://www.youtube.com/watch?v=QvUaDd8j0yY.
A questo punto però nascono dei dubbi sulla strada da intraprendere per arrivare al mercato. Avevamo investito molte risorse in una soluzione subacquea, ma ci eravamo accorti che questa tecnologia poteva essere applicata ancor meglio di quanto non fosse già stato fatto in precedenza a un mercato potenziale molto più ampio, cioè quello dell’utilizzo degli schermi capacitivi con un qualsiasi guanto, anche nell’ambiente terrestre.

Pinch-to-zoom

Oskar decide così di concentrare tutti gli sforzi dell’ultimo anno in questa nuova direzione, concretizzati nella creazione del prodotto, ora promosso da Kickstarter, il principale portale mondiale di crowdfounding (in italiano “finanziamento collettivo”) per progetti creativi. Questo è il link https://www.kickstarter.com/projects/1567750250/glovys-bringing-gloves-back-to-the-touchscreen e speriamo di poter contare anche sul vostro supporto!
A noi subacquei, non resta che supportare questa “pausa di superficie” dell’amico Oskar ed aspettare che riparta il progetto del touch screen subacqueo per farci usare tutte le applicazioni (comprese quelle fotografiche) del nostro iPhone durante le nostre immancabili immersioni subacquee.

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