A ormai un anno di distanza dall’emissione, l’editto bulgaro di CMAS sulle brevettazioni subacquee è un sostanziale flop. Ancor di più, di conseguenza, per FIPSAS. Invece, chi sceglie di riorganizzarsi in autonomia con certificazioni ISO, come ad esempio ASBI, trova l’alternativa. Mentre il vero sconfitto è il comparto della subacquea ricreativo-sportiva. Meditate, gente, meditate!

A cura della Redazione. Foto di Manrico Volpi

Più lettori, da mesi, ci segnalano la questione di fondo… perciò occorre cominciare anzitutto spiegandola e inquadrandone il contesto, almeno a grandi linee.

Nel mese di aprile dello scorso anno 2022 accadde che tutte le organizzazioni didattiche aventi avuto rapporto diretto fino a quel giorno, per una via o per un’altra, con CMAS ricevettero da quest’ultima una lettera con la quale, nel dare applicazione immediata del principio statutario per cui nessuno potesse brevettare CMAS senza farlo tramite la Federazione nazionale preposta – nel caso italiano, la FIPSAS –, si annunciava l’esclusione subitanea (quindi con azione anche retroattiva, nei fatti) di tali organizzazioni, associazioni e agenzie didattiche dall’affiliazione alla stessa CMAS. Salvo una, la FIPSAS appunto.

Ora, pur senza che alcuno ponesse in discussione il diritto/dovere della CMAS di applicare la norma in base al disposto secondo cui in ogni Paese membro potesse essere riconosciuta di fatto una sola organizzazione avente facoltà di brevettare CMAS, è indubbio che un’applicazione così immediata e senza eccezioni sia rimasta invisa a tutti (tranne ovviamente che alla FIPSAS stessa).

Dopotutto, ciò è apparso semplicemente comprensibile, se si considera che di tale norma si è parlato a più riprese da almeno trent’anni mentre si continuavano a perseguire mille escamotage formali – altrettante violazioni, nella sostanza –, dapprima tollerati e poi eretti a prassi universalmente accettate pur di consentire a tutti di continuare a brevettare CMAS con chi preferissero.

Così è accaduto che nel frattempo le organizzazioni più svariate abbiano costruito la propria immagine, la propria stessa identità, i propri standard e la fidelizzazione della propria utenza, talune registrando anche notevoli successi “di pubblico e di critica”, come si suol dire. E aver dovuto rimettere in discussione tutto ciò da un giorno all’altro, con un “editto” di cancellazione emesso in punta di penna, senza spiegazioni di criteri né distinguo alcuno che non fossero quelli della sola applicazione burocratica di una norma, ha mosso tutto il risentimento circolato (e circolante).

In estrema sintesi: un comportamento quantomeno improvvido da parte dello stesso ente sovranazionale che fino a quel giorno si presumeva avesse tutelato anche direttamente ogni organizzazione iscritta, salvo poi metterle tutte fuori dalla porta in maniera così improvvisa e discutibile, tranne una soltanto.

Ci sono poi stati casi ancor più clamorosi, nel senso che tra gli esclusi è stato annoverato anche chi già in sé rappresentava non solo un’organizzazione, una didattica, bensì interi comparti sociali, come quello delle disabilità, in particolare della non-vedenza. Così ancora ci si domanda come possa aver mai fatto CMAS a non rendersi conto che depennando realtà come “ASBI Albatros Scuba Blind International” non avrebbe escluso solo una delle tante organizzazioni, bensì l’unica che operasse fattivamente – numeri alla mano – nel campo della subacquea per portatori di disabilità visiva! Un fiore all’occhiello che culturalmente ha reso migliori tutte le attività subacquee (come riconosciuto di recente in AISTS Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Sub…anch’essa cancellata da CMAS, vedasi elenco* in fondo)! Al punto che in un caso del genere si può sostenere senza timor d’esagerare che l’operazione abbia emarginato con totale noncuranza un’intera categoria e perfino quei valori universali di solidarietà e inclusione che in precedenza CMAS aveva accolto e promosso!

Registriamo intanto che ASBI è ricorsa alla qualificazione in ambito ISO ed ha brillantemente conseguito – con entrata in vigore proprio il 27 aprile u. s. – la certificazione ISO 24801-1; così come con ogni probabilità stanno facendo – o han già fatto – molti altri. E altri ancora seguiranno, con buona pace della sola organizzazione rimasta accreditata in CMAS: hai visto mai che qualcuno al suo interno si fosse illuso di diventare il “nuovo” riferimento per chissà quante moltitudini di neo-subacquei!

Nel frattempo però vien da domandarsi quali volessero essere le vere finalità (e se ce ne siano di occulte) in tutto ciò. Oppure se basti supporre la disperazione di una mossa estrema, data la crisi di brevettazione che affligge da anni un settore ridotto ormai al lumicino, specialmente nelle organizzazioni più istituzionali? La distratta e incompetente trascuratezza di qualche burocrate con l’attitudine più a tenere una penna in mano che un erogatore in bocca? La miopia di certi sedicenti manager e dirigenti sportivi? Al momento, non è dato di sapere: al massimo c’è da augurarsi che siano in tanti a farsi queste – e altre – domande e che non intendano accontentarsi di risposte di facciata. Se mai risposte ce ne saranno. (Noi di SerialDiver, come sempre dalla parte di TUTTI i subacquei, siamo qua per raccoglierle…ma, dati i precedenti di assordante silenzio verso altri nostri articoli, neppure restiamo qui a farci poi troppe illusioni!)

Piuttosto, ci limitiamo a rilevare che da nessuna parte si parla di progettualità, basata su contenuti programmatici che sappiano tentare costruttivamente di rilanciare le attività subacquee sportivo-ricreative; mentre, a seguito di calcoli così malfatti da certa dirigenza con la semplicistica pretesa che basti emettere decreti per sistemare le cose, si allontana in maniera radicale la possibilità di una rinascita in grado di rivalorizzare anche la subacquea sportivo-ricreativo-naturalistica senza frammentarla né disperderla ancora di più e, con ciò, salvaguardi il sociale dell’immersione, cioè la subacquea per disabili, la subacquea dell’inclusione e della solidarietà.

Una subacquea a misura di subacqueo e/o di chi desidererebbe diventarlo. Possibile che dobbiamo rassegnarci a considerare questa come nient’altro che una irrealizzabile utopia?

*(NOTA – Elenco riassuntivo delle organizzazioni subacquee cancellate dall’accredito CMAS con comunicazione scritta dell’aprile 2022 a decorso immediato: AISTS; CIRSS; NADD; ACQUA TEAM; UISP; ACDC; ANIS; FIAS; FISASUB; ASISUB; ASBI-Albatros Paolo Pinto.)

Lascia un Commento