I relitti immersi a Malta ne costituiscono oggi un tesoro sottomarino tale che non è esagerato definirlo così.

Una spedizione del TSD-Trieste Sommersa Diving si reca a Malta per documentare la storia recente degli affondamenti pilotati di rottami di navi a scopo eco-turistico. A Malta, infatti, sotto questo profilo – al contrario che da noi – sono successe molte cose. In particolare, tra il 1992 e il 2013 sono state affondate in punti e in modi prestabiliti ben 11 navi. Col risultato che i diving center intorno a Malta, Gozo e Comiso si sono moltiplicati e la subacquea ha preso a costituire una ingente quota del turismo e del Pil locale, con presenza annua di subacquei stimata fino a 70mila unità. Gli autori del video, Roberto Bolelli e Edoardo Nattelli, presentano così attraverso questa clip-documentario da poco più di 5 minuti uno spaccato di realtà divenuta tangibile a due passi dal nostro Paese, dove invece – non si capisce fino in fondo perché – questo argomento pare ancora un tabù o comunque una irrealizzabile utopia. Ma speriamo che, anche grazie a contributi del genere, la situazione non resti così per sempre. Consigliamo vivamente questa visione proprio per il focus che propone su questa problematica/opportunità che il nostro web-giornale ha sposato fin dai primi articoli (vedi “Scuttling…”, “Piattaforme si, piattaforme no”, ecc) e per le immagini che documentano dal vivo la situazione naturalistica su 3 degli attuali relitti di Malta, rispettivamente di un rimorchiatore d’altura, di un’unità militare e di un mercantile, a distanza di pochissimi anni da quando sono stati posizionati lì.

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