Una complessa esercitazione congiunta marittima e terrestre ha messo alla prova tutta la macchina dei soccorsi e della protezione civile nel mare di Grosseto. Simulata una collisione tra natanti con molti feriti. Ma si sarebbe potuto trattare anche della gestione di un incidente subacqueo!

A cura di Mario Genovesi. Foto di Mario Genovesi e Stefano Landini

Una recente statistica ha denunciato l’incremento negli ultimi anni – causa l’aumentato traffico diportistico – dei sinistri che avvengono in mare, soprattutto le collisioni tra imbarcazioni, oltre a nuotatori e subacquei investiti da natanti, incagli contro le scogliere, guasti ai motori, traumi accidentali e perfino incendi a bordo.

Si tende a dimenticare o a non considerare abbastanza che l’acqua e il mare, pur essendo elementi di profondo fascino, sono anche di per sé stessi fonti di pericolo in qualsiasi modo si pratichino e che l’entità dei rischi che si corrono può essere mitigata solo dalle conoscenze e dalla prudenza nei propri comportamenti.

Tutto questo è ancor più vero per chi si occupa dei soccorsi in mare, a ogni livello: basti pensare che le chiamate d’aiuto alle centrali operative tecnico-sanitarie – oggi il numero unico da allarmare per qualsiasi emergenza è il 112 –, in assenza d’informazioni più precise e circostanziate, vengono classificate con codici di priorità assoluta, cioè di massima emergenza…appunto perché il contesto acquatico in cui si svolgono è presunto “ostile” a prescindere, per definizione.

Ciò comporta un aggravio di oneri a carico di tutti i soccorritori, sia per l’aumentata necessità di autoprotezione negli interventi, sia per la maggior complessità e specificità implicite nel soccorso acquatico.

A fronte di questa delicata situazione generale, allarmante per via del suddetto aumento tendenziale, che naturalmente può riguardare anche l’eventualità di gestione di incidenti subacquei o “da sommersione”, si è svolta a Punta Ala – comune di Castiglion della Pescaia, provincia di Grosseto – il giorno 11 maggio un’importante esercitazione congiunta tra la Guardia Costiera di Porto S. Stefano, l’Emergenza Territoriale Zona ASL Grossetana e la Prefettura di Grosseto che si sono avvalse della collaborazione della Direzione del Porto di Punta Ala, della Croce Rossa, delle Misericordie di zona, dell’Anpas e del PuntaAla Diving Center.

L’evento è consistito nella simulazione di un incidente in mare tra due imbarcazioni, nello specifico una collisione, con il ferimento o la traumatizzazione, più o meno gravi, di circa 15 persone nello specchio di mare antistante il Porto Turistico, con lo scopo ultimo di testare la collaborazione interforze tra soccorso marittimo ed emergenza territoriale.

Alla Capitaneria di Porto il compito di coordinare tutte le varie fasi del soccorso in mare mentre i mezzi e il personale sanitario dell’ASL 118 hanno prestato in porto l’assistenza necessaria. Compreso l’allestimento di un PMA, Punto Medico Avanzato, una tensostruttura montabile sul posto, da adibire a pronto soccorso e primo ricovero una volta sbarcati gli infortunati sul molo.

«È stato un bel banco di prova – ha dichiarato Pietro Aloia referente maxi emergenze del Dipartimento di Emergenza Urgenza della Azienda Usl Toscana sud est – dove ha funzionato tutto il sistema. Ci sono da affinare ancora alcune tecniche operative, che svilupperemo grazie a questa esperienza, ma tutti hanno svolto il loro ruolo: l’emergenza territoriale, la centrale operativa Siena Grosseto del 118 e le Associazioni (del volontariato socio-sanitario-assistenziale – n.d.r.). È stata un’esercitazione complessa ma importante, perchè c’era da coordinare l’emergenza in mare con quella sulla terraferma. Voglio poi ringraziare il direttore sanitario Simona Dei e il direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza Massimo Mandò per la grande attenzione verso il nostro lavoro».

Lascia un Commento