A distanza di un paio di anni dall’incidente che mi obbliga ancora a spostarmi con l’ausilio della carrozzina… finalmente sono tornato in Mar Rosso. Trovando nello Sheikh Coast Diving Center all’interno del Domina Coral Bay Hotel a Sharm El Sheikh un’ospitalità globale e priva di barriere

di Adriano Penco. Foto Pierpaolo Peluso

[TS-VCSC-Lightbox-Image content_image=”2448″ content_image_size=”full” lightbox_size=”full” content_title=”Mar Rosso senza barriere” attribute_alt=”false” content_image_responsive=”true” content_image_height=”height: 100%;” content_image_width_r=”100″ content_image_width_f=”300″ lightbox_group=”true” lightbox_effect=”fade” lightbox_backlight=”auto” lightbox_backlight_color=”#ffffff” margin_top=”0″ margin_bottom=”20″]

Il fascino e l’amore per il mare è quello che stimola sempre più appassionati ad avvicinarsi all’immersione sportiva, sia essa in apnea che con autorespiratore. Uno sport che fino a ieri veniva considerato per pochi, ma che da tempo invece sta assumendo una vera e propria caratteristica di massa, tanto che è praticato da un numero crescente di sub anche con handicap fisici. Proporre l’attività subacquea da parte di didattiche, associazioni o direttamente dai diving center sparsi per l’intero pianeta come veicolo di comunicazione e convivenza o come strumento di integrazione e di supporto ai processi educativi rivolti a fasce tradizionalmente deboli, ha consentito di coniare lo slogan che “la subacquea è per tutti”! Porre attenzione alla differenza, rappresenta oggi una delle maggiori sfide che il mondo affronta per porsi come genitura del cambiamento. L’approccio si fonda sull’idea che ogni persona deve poter avere la possibilità di agire attivamente nella propria esistenza e tornare a essere protagonista della propria vita. Il mare nell’ideologia comune è da sempre simbolo di forza e bellezza, e la pratica subacquea è parallelamente considerata una delle più suggestive e coinvolgenti esperienze che l’essere umano è in grado di fare. L’immersione nel mondo marino avvolge e trasporta in una realtà incontaminata, densa di vita, connotata di colori e movimento. In ogni angolo di mare si scopre esserci lo scrigno di incantevoli scenari ove si celano fantastiche forme di vita.

Il mare è di tutti e tutti devono potersene beare, normodotati e non. Il mare e l’immersione fonda la sua esistenza sull’idea della subacquea come forma ludica e attività alla portata di chiunque, perché se sulla terraferma diventa faticoso o addirittura impossibile, al contrario per un disabile la sensazione di muoversi liberamente in acqua è un’esperienza unica ed emozionante pari al librarsi nell’aria. In questa ottica, volta all’abbattimento di stereotipi sui quali si insinuano barriere fisiche e mentali, si è impegnato lo Sheikh Coast Diving Center presente all’interno del Domina Coral Bay Hotel a Sharm El Sheikh, in Mar Rosso, dal 1994. La finalità di promuovere le attività subacquee intese come possibilità del singolo di esprimersi liberamente è solo uno degli aspetti che il centro d’immersioni egiziano, sotto la guida del General Manager Massimo Mazzolini, vuole perseguire. A questo va aggiunto il beneficio psico-fisico dello sport praticato, l’importanza del gruppo, vissuti attraverso momenti di aggregazione e come elementi fondamentali di confronto, unione, condivisione di esperienze comuni. Oggi la vacanza all’insegna dell’attività subacquea non è più riservata a pochissimi appassionati, ma è un modo nuovo, dinamico, piacevole e coinvolgente di vivere il tempo libero. Lo Sheikh Coast è considerato unanimemente uno dei più comodi Diving Center a Sharm El Sheikh, grazie alla Marina privata che dista solo pochi metri dal diving. Da essa tutti i giorni lussuose imbarcazioni lasciano gli ormeggi per far rotta verso fantastiche escursioni alla scoperta dei reef corallini più belli, brulicanti di vita e colorati del Mar Rosso. L’esclusività della Marina privata permette agli ospiti del Domina Coral Bay di imbarcarsi direttamente dall’interno della struttura turistica, evitando così a sub ed accompagnatori noiosi trasferimenti a terra con bus o navette e interminabili attese al porto principale di Sharm prima di salire a bordo. Il pontile lungo poche decine di metri collega il punto d’imbarco alla sede a terra del diving center, idealmente il filo che unisce l’avventura alla certezza; è comodamente percorribile in carrozzina e rende imbarco e sbarco facilitati per la mancanza di barriere. A distanza di un paio di anni dall’incidente che mi obbliga ancora a spostarmi con l’ausilio della carrozzina e una paraplegia che limita la mia deambulazione, finalmente sono tornato in Mar Rosso un luogo a me molto caro perché è stato il primo tra i mari “esotici” che ho iniziato a scoprire molto tempo fa. L’ospitalità del personale presente allo Sheikh Coast è straordinaria: cortesia, amicizia, onestà, competenza e professionalità non gli fanno certamente difetto. La sede è assolutamente accessibile in ogni sua parte e spicca per confort, igiene, pulizia, efficace manutenzione e integrità ambientale. La formazione del personale è garanzia di un addestramento adeguato e già al primo impatto si avverte il clima professionale e divertente che lo contraddistingue. “Sarà certamente una divertente settimana di vacanza e fantastiche immersioni”, penso, visto i presupposti. Al diving incontro Pierpaolo Peluso responsabile Marketing e Sales Manager dello Sheikh Coast Diving Center, il quale dietro un sorriso sincero con grande compiacimento e un pizzico di orgoglio mi informa che al Domina Coral Bay vengono accolti numerosi subacquei disabili durante l’anno, anche in gruppi rappresentanti varie associazioni, i quali si integrano perfettamente nelle loro immersioni giornaliere guidate agli altri gruppi di sub normodotati. Che l’equipaggio vanta anni di esperienza nell’assistere i sub disabili e che le imbarcazioni sono fornite in coperta nella zona poppiera, di aree decisamente spaziose e di una piattaforma per immergersi piuttosto ampia e bassa. Questo per rendere più semplice la preparazione alle immersioni, l’ingresso e l’uscita dall’acqua. Ma Pierpaolo ha anche un altro validissimo motivo per essere così tronfio di soddisfazione, e lo scopro dopo, quando metto per la prima volta “piede” sull’Anita! Mi aveva anticipato che era stata allestita una imbarcazione appositamente per ospitare persone con disabilità. Che era stato allungato di quasi un metro il bagno e che ora ha una seconda porta per facilitare l’ingresso in carrozzina, che nella dinette i tavoli fossero stati trasferiti su un solo lato per poter ospitare comodamente le carrozzine anche durante il pranzo, che agli ingressi al bisogno si materializzavano degli scivoli, che stavano ancora provvedendo alla costruzione di una sedia per permettere l’accesso al prendisole di prua; ma la realtà ha superato l’immaginazione! I bordi color legno, la poppa rimodernata e il deck lucente e pulito con i suoi venti metri di lunghezza fuori tutto, l’Anita è pronta a coccolare quotidianamente gli amici che vogliono imbarcarsi per andare alla scoperta delle favolose immersioni lungo le coste e le isole della penisola del Sinai.

Dove occorre essere aiutati è nel passaggio dal pontile allo specchio di poppa, e da lì per superare un dislivello di due scalini prima di essere padroni di muoversi liberamente tra la coperta ed il salone. “Siamo pronti a tutto e soprattutto per tutti”, continua a ripetermi nelle orecchie come un refrain Pier, che scoprirò a fine della settimana essere una gradevolissima persona, un amichevole quanto professionale compagno d’immersione malato quanto me della fotografia subacquea. Sharm el Sheik è senza pericolo di smentite una delle destinazioni più ambite per l’intera popolazione dei sub. Delle bellezze del Mar Rosso l’intero globo ne è a conoscenza. Alcionari dai mille e più colori, reef corallini che riservano incontri con pesci di grossa taglia, di banchi talmente fitti da oscurare il sole, acque dalle trasparenze imbarazzanti, insomma non a caso – come sostengono in Egitto – un vivace paradiso sommerso dedicato ad Allah. Dalla Marina del Domina Coral Bay l’Anita lascia gli ormeggi al mattino per rientrare nel tardo pomeriggio dopo aver effettuato due o tre immersioni e un ameno pranzo a base di tipici piatti locali. A rotazione tocca le destinazioni che hanno reso leggendarie le immersioni locali; nomi quali: Thomas e Jackson reef al centro dello Stretto di Tiran, Shark e Yolanda reef sita a Ras Mohammed in pieno Parco Marino Nazionale, o ancora il relitto del Thistlegorm scoperto dal Comandante Costeau e universalmente considerato un mito tra i relitti di tutto il mondo. Ma oltre ai mitici luoghi sopraccitati, non si possono omettere di nominare altri punti d’immersione nei quali ci siamo tuffati senza pericolo di essere delusi. Tra questi Far Garden meta storica di Sharm dove la barriera corallina orla la costa come una specie di merletto e ospita formazioni madreporiche da cui pendono coloratissimi alcionari. Poi c’è Paradise che ospita una caratteristica selva di pinnacoli madreporici spesso visitati da cernie dalle dimensioni inconsuete. E ancora che dire di Ras Nasrani e il suo canyon subacqueo creato nei millenni dallo scorrere delle piogge torrenziali. Simile ad una profonda ferita nella barriera le pareti del canyon sono tappezzate da ventagli di gorgonie giganti, oltre ad una incredibile varietà di pesci di barriera. Certamente chi non ha mai visitato il Mar Rosso e le sue acque temperate, rimarrà stupito della ricchezza di flora e fauna ittica che esso racchiude, ma altrettanto rimarrà stupito come lo sono rimasto io di quanto sia facile, semplice e piacevole fare immersione subacquea anche da disabile quando le strutture che ci accolgono sono amiche!

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