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Quattro archeologi sub impareranno in “ASBI – Albatros-Progetto Paolo Pinto-Scuba Blind International” le tecniche per guidare subacquei non vedenti all’esplorazione di siti archeologici e musei sommersi. Dall’8 al 12 settembre a Porto Cesareo

La Redazione

[TS-VCSC-Lightbox-Image content_image=”16107″ content_image_size=”full” content_title=”Boa segnasub e barche… ecco un’attrazione fatale ma solo per il sub” lightbox_effect=”fade” margin_bottom=”20″]

Indispensabile quanto breve premessa: l’Associazione “ASBI – Albatros progetto Paolo Pinto Scuba Blind International” è partner di Regione Puglia nella così definita «Attività realizzata nell’ambito dell’azione PUGLIA SEASCAPE S – Destinazione Puglia macro azione Archeologia Subacquea, progetto realizzato da Regione Puglia – Sezione Turismo e Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura, a valere sulle Risorse liberate del POR Puglia 2000 – 2006 OB.1 – FESR Misura 4.15 Attività di Promozione finalizzata all’allargamento dell’offerta turistica».

Significa che, in quanto scuola di eccellenza orientata a rendere accessibile l’attività subacquea a persone con disabilità, ASBI svolgerà un corso subacqueo rivolto ai quattro archeologi e sub Gianpaolo COLUCCI, Elisa CORVAGLIA, Federico FAZIO e Teresa SAITTA, per istruirli ad accompagnare sub non vedenti su percorsi, musei e siti archeologici sommersi.

Così anche i subacquei non vedenti potranno immergersi in sicurezza per esplorare e conoscere il mondo sommerso pure sotto il profilo archeologico, con il supporto degli speciali ausili didattici in Braille ideati da ASBI Albatros, con la collaborazione dell’Archeologa Prof.ssa Rita AURIEMMA docente dell’Università del Salento.

In ASBI, forti della propria consolidata metodologia procedurale di esplorazione naturalistica già riconosciuta CMAS, viene proposto in tal modo un ulteriore nuovo approccio che mira a codificare un metodo didattico specifico per l’archeologia subacquea onde sviluppare i contenuti tecnici dei relativi corsi a ogni livello (guide-allievi).

Tutto ciò in questo caso sarà realizzato anche attraverso l’applicazione avanzata di un kit didattico (riconoscitore archeologico sub, audio lettura manuali, lavagne subacquee ecc.) al fine di rilasciare specifico brevetto a ogni livello (brevetto archeologia subacquea ASBI – CMAS)

Se ne otterrà quindi la formazione di uno staff di archeologi operanti anche sui siti sommersi con il metodo ASBI Disability. L’attività in questione prevede:

  • Formazione sui contenuti della disabilità in generale e in particolare della non-vedenza così da far conoscere all’archeologo le tecniche e le metodologie necessarie per immergersi su un sito archeologico con un sub non-vedente.
  • Corso tenuto dal Trainer ASBI Manrico Volpi e dall’istruttore ASBI Nicola Fanelli insieme ai coadiutori (esperti sub non vedenti di ASBI) Elisabetta GRAVILI e Antonio TRAMACERE.
  • 5 giorni completi x 40 ore globali di corso, tra: BD (Bacino delimitato); Teoria; 6 immersioni in mare, con coadiutori non vedenti. Comprende: kit didattico; valutazione finale selettiva; diploma; brevetto ASBI – CMAS.

«Abbiamo lavorato scrupolosamente a questa iniziativa – hanno sottolineato Angela COSTANTINO PINTO, presidente dell’associazione ASBI, insieme a Manrico VOLPI, l’ideatore della didattica – e siamo felicissimi di vederla finalmente realizzata.

Vi aspettiamo tutti Sabato 12 Settembre alle ore 20:30 per la consegna dei brevetti alla presenza delle autorità presso l’Hotel Isola lo Scoglio – Porto Cesareo (LE)»

Come scorgete tra le foto, questa esperienza in fondo non è altro che un completamento dell’offerta formativa ASBI, che si avvale già di un’apposita specialità su relitti, per certi aspetti affine a questa dell’archeologia: un riconoscitore subacqueo, in Braille e in immagini, permette al sub non vedente e alla sua guida di condividere in tempo reale tutte le informazioni su molte decine di dettagli, particolari o parti componenti di relitti sommersi, sia navali sia aerei.

In entrambe i campi – relitti e archeologia – la metodica esplorativa si avvale delle particolari doti di visione tattile e memoria tattile proprie del non vedente, esaltate dalla possibilità che si ha sott’acqua di muoversi in tre dimensioni, come volando, cioè anche in altezza; e potendo così apprezzare tutta la tridimensionalità dei volumi, degli spazi e degli oggetti, anche senza vederli e indipendentemente da quanto siano grandi.

L’aereo sommerso delle foto è un celebre relitto di Junker JU 88, un bombardiere tedesco a medio raggio della seconda guerra mondiale, configurabile anche come caccia-bombardiere, ammarato in corrispondenza della località di Nardò – Santa Caterina (in pieno Salento) e affondato su un substrato chiaro intorno ai – 40 metri di profondità. Forse fu abbattuto di rientro dal bombardamento di Taranto dell’11 e 12 novembre 1940… e il sub non vedente che si aggira qui su di esso è il veterano di ASBI Antonio Tramacere.

Dal molto grande al molto piccolo, per quanto riguarda l’Archeologia delle acque, è riconosciuta ai sub non vedenti una particolare sensibilità tattile nell’ “osservare” da vicino anche dettagli e oggetti minuti e delicati, la cui – eventuale – manipolazione altrimenti presenta sempre notevoli complessità tecniche; inoltre, l’accidentale ma talvolta inevitabile intorbidamento dell’acqua durante il lavoro su un sito sommerso d’interesse archeologico non rappresenta ovviamente alcun problema per loro.

Sono solo alcuni degli spunti e delle considerazioni che vengono in mente immaginando la possibile estensione delle capacità esplorative dei sub non vedenti sia sui relitti di epoca contemporanea sia sui siti archeologici sommersi: ma vederli direttamente all’opera in questi contesti d’immersione resta qualcosa di unico e indescrivibile.

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