ASBI nell’occasione ha svolto anche un corso Blind, cioè il corso base per istruire un non vedente all’immersione subacquea, rivolto in questo caso agli allievi Federico Lazzaroni (di Udine), Riccardo Gallina (di Torino) e Gigia Nobile (di Bari), che sono stati fatti diventare subacquei dagli istruttori ASBI Marco Dori, Corrado Gabrieli e Enzo Ladisa. Ecco tutte le rispettive – e reciproche – dichiarazioni.
Dagli istruttori Corrado e Marco per gli allievi Federico e Riccardo
«Che dire? Ogni corso Albatros lascia il segno. Questa volta lo hanno fatto Riccardo e Federico, alias “Gianni e Pinotto”, inizialmente ai due estremi, uno molto composto l’altro una valanga, ma c’è voluto poco perché si trovassero e per non lasciarsene scappare una. Sfortunati con il tempo, che non è stato così clemente, ma fortunati con gli allievi, grazie alla loro fantastica acquaticità ci confermavano “a naso” le profondità… Che dire, appunto? Forse il corso P1 più bello che mi sia capitato di fare, lavorare poi con un grande istruttore del calibro di Marco Dori… beh, signori, tanto di cappello… come se facessimo corsi insieme da una vita e invece per entrambi è stato il primo P1 blind con i nostri – 175 metri trattabili e i relitti romani a – 90 m … Ah ah ah ah… vero Federico? Abbiamo terminato le immersioni di corso. Un abbraccio e alla prossima immersione.»
Dall’istruttore Enzo per l’allieva Gigia
«Un corso decisamente diverso, cominciato a Bari con Gigia, tra teoria, piscina, con tutte le sue mille paure – “non so nuotare, mi fa paura il mare, il mare è agitato non vengo…” – per finire con le immersioni da gommone a porto Santo Stefano. Un brevetto meritato, brava Gigia! Alla prossima immersione.»
La neo-blind Gigia Nobile (istruita da Enzo Ladisa)
«Alla conquista del mare… Mille paure…, mille incertezze… ma a un certo momento della mia vita accade qualcosa di strano. Sento che la magia del mare mi attira a sé… Non c’è cosa più bella che sfidare le proprie certezze, ciò che qualche tempo fa era impossibile che io potessi fare, oggi urlo al mondo che ce l’ho fatta. Un’emozione fortissima! Immergersi laggiù, dove regnano il silenzio e la pace, tutto è straordinariamente vivo e l’immensità di questa surreale bellezza naturale è pronta a dar luce al mio senso malato. Per questa mia grande impresa ringrazio – e di cuore – tutti coloro che mi hanno supportato, amici tutti ma in particolare Antonio, Elisabetta, Vito, il mio istruttore Enzo Ladisa, l’intera squadra Albatros progetto Paolo Pinto, il presidente Angela Costantino e sopra tutti Manrico Volpi il quale ha reso possibile questa mia conquista…»
il neo-Blind Federico Lazzaroni (istruito da Corrado Gabrieli)
«Buongiorno, a tre giorni dalla fine del corso Albatros (brevetto P1) sono qui a raccontare le mie emozioni/impressioni. Devo premettere, però, che io non sono molto bravo nel parlare di sentimenti e annessi e connessi; tuttavia ci proverò comunque. Questa mia esperienza con la subacquea la voglio dividere in due parti, ossia la parte “tecnica” cioè montare e smontare l’attrezzatura e iniziare a imparare a usarla e fare i vari esercizi in acqua; e nella parte “osservativa”, quindi tutto ciò che è l’esplorazione – anche per mezzo del riconoscitore Albatros – delle diverse specie che popolano i fondali marini. Per quanto riguarda la parte “tecnica”, mi ha colpito molto il fatto di respirare sotto l’acqua da un erogatore (anche se più o meno immaginavo come fosse, finché non lo provi veramente non lo sai!) e cercare di regolare l’assetto gonfiando e sgonfiando il gav. Per quanto riguarda la parte “osservativa”, invece, mi ha colpito il fatto di trovare così tante specie diverse che vivono nelle aree in cui ci siamo immersi. Non mi sarei mai aspettato di toccarne così tante nelle cinque immersioni che ho fatto!»
il neo-Blind Riccardo Gallina (istruito da Marco Dori)
«…è difficile per me adesso scrivere in poche righe quello che ho provato in termini di emozioni andando sott’acqua in questa settimana, io ho un buon rapporto con il mare dal momento che pratico l’apnea sportiva da qualche anno ma quello che ho provato in questi giorni è stato quello di poter toccare con mano alcune specie, alcuni paesaggi, alcuni ambienti che normalmente ho sentito soltanto raccontare ed è questa la cosa che mi ha dato l’emozione più bella. Forse la prima volta che siamo andati sott’acqua con l’istruttore sono stato un pochino più rigido ma credo di essermi sciolto nelle immersioni successive e questo mi ha dato modo di godere più appieno delle emozioni e delle sensazioni che si provano andando appunto sott’acqua.»