Molti fotografi ritraggono modelle in acqua per mettere in evidenza la sinuosità e il movimento che solo l’acqua è in grado di regalare al corpo umano, particolarmente a quello femminile; nella foto grandangolare, la scelta del fotografo di introdurre armoniosamente la figura umana nel contesto marino, è spesso legata anche all’idea di inserire un elemento che dia proporzioni e percezione delle dimensioni degli altri elementi presenti nell’immagine che egli va a comporre.
Come afferma Stefano Proakis – fotografo, medaglia d’oro nella foto “grandangolo con modella” al campionato del mondo di Cuba nel 2013 – “…il fatto di inserire l’elemento umano, femminile, in acqua non è soltanto una questione tecnica o geometrica e di proporzioni …”. Proakis infatti, ritiene che “… nella foto grandangolare la figura femminile riesce ad armonizzarsi egregiamente con i colori e le forme del contesto marino, suscitando emozioni in chi osserva la foto, ma anche nel fotografo che la scatta e, dunque, la compone …”.
Nelle competizioni, in particolare in quelle internazionali, la foto “grandangolo con modella/o” è entrata a far parte quasi stabilmente dei temi che il fotografo deve rappresentare, oltre ai classici temi del pesce, della macro, del grandangolo.
Spesso nelle competizioni è prevista anche la foto “a tema” che nei differenti regolamenti, viene scelta, normalmente, in base alle caratteristiche biologiche dei fondali in cui si svolge la gara.
L’attività di modella/o può nascere in modo “spontaneo” perché si è legati al fotografo da un rapporto di amicizia, di affetto, di parentela, di semplice conoscenza o di condivisione dell’attività subacquea. Posare per il fotografo può essere un gioco, un’occasionale esperienza. Ma è anche vero che, a volte, questa esperienza prosegue sino a divenire una passione, una professione, una scelta sportiva ben precisa.
Altre volte, invece, accade che il fotografo abbia la necessità di individuare un valido collaboratore che possa posare ed entrare a far parte dell’immagine che intende creare, di fargli da assistente, di partecipare alla ricerca di soggetti e situazioni accattivanti, supportandolo con le attrezzature necessarie per scopi sia agonistici che professionali. In questi casi, alcuni fotografi si rivolgono a una modella subacquea professionista.
Nei vari step dell’attività, fotografo e modella diventano un solido team che condivide strenuamente obiettivi e risultati. Purtroppo, la modella rimane molte volte nell’ombra, con scarsi riconoscimenti dell’attività svolta e della professionalità che, anche se differente e non concorrenziale con quella del fotografo, andrebbe maggiormente legittimata.
Il panorama della fotografia subacquea italiana, soprattutto in campo agonistico, ha visto cimentarsi diverse abili modelle, fra cui ricordiamo Raffaella Schiller, Anna Moccia Cipriani, Rosa Donati, Roberta Bedin, Sonia Davino, Giovanna D’Orazio, la sottoscritta, che, nella stretta collaborazione con i rispettivi fotografi hanno contribuito, nel corso degli anni, a dare lustro alla Nazionale italiana e ad arricchirne il medagliere in occasione di diversi campionati mondiali. Titoli e medaglie – molte delle quali d’oro – hanno reso questa nostra disciplina, famosa in tutto il mondo.
Ma la modella subacquea può essere considerata un’atleta a tutti gli effetti da un punto di vista agonistico?
Il termine atleta, dal latino athleta e dal greco ἀϑλητής, ma anche ἆϑλον dal greco “gara”, si riferisce alla persona che pratica uno sport a livello agonistico, dotata di “resistenza” che “… è una parte fondamentale di ciò che rende grande un atleta”.
Come può, la modella, rientrare in questa descrizione? Magari interpretando in modo estensivo il termine “resistenza” e comprendendo in esso oltre alle doti fisiche anche quelle legate alla grande pazienza, alla flessibilità, all’ecletticità e all’intuito? Possiamo pensare alla modella come una figura che al pari del fotografo possa essere destinataria di adeguati riconoscimenti senza essere semplicemente un “elemento complementare” dell’immagine o del fotografo?
Nelle foto che seguono la modella (l’autrice dell’articolo) posa sia in apnea sia con attrezzatura ARA ed evidenziano e suggeriscono che:
Articolo molto interessante condito da immagini di altissimo livello.
Buongiorno Piero,
ringrazio a nome della redazione per i suoi aprrezzamenti riguardo all’articolo sulla modella subacquea. Effettivamente Isabella è una delle migliori modelle subacquee non solo a livello nazionale e le immagini che lei ha ammirato sono frutto di una lunga collaborazione tra lei e Stefano Proakis, fotografo molto quotato anche per i notevoli risultati ottenuti sia in Italia – cito solo i tre titoli di campione italiano vinti- sia a livello internazionale, vincitore a vari concorsi e vice campione del mondo nel 2013 a Cuba con il sottoscritto commissario tecnico.
Ci continui a seguire perché sono in programma altri articoli interessanti e non solo sulla fotografia subacquea.
Cordiali saluti, Mario Genovesi
This is a great artical from a great model and may the Italian UW photographers will start to do more modling and underwater fashion
Hello David,
The article by Isabella is really interesting and the subject is treated with skill and sensitivity, characteristics that undoubtedly belong to her.
You take to heart the theme of the underwater modeling and fashion and I must say that, as underwater and professional photographer, I have too a liking for this type of images that go beyond a purely underwater environment and involve the world of fashion. Sometimes the results are really surprising. I hope to publish an article in the future on this topic.
Thank you for your interest.
Best wishes, Mario
Hi Mario
i agree with you and in the old days Italians photographers were involve in UW fashion and i hope to see them coming back
More articales like Isabella did will motivate photographers to move into this promising category and Italy has the fashion, the models and UW photographer can start to make some money for a change.
…Anche se personalmente sono soltanto una “amatoriale” della fotografia subacquea, trovo che la tematica sia veramente molto interessante… in effetti, più che un “elemento complementare”, una brava modella è un “elemento fondamentale”… e di questo credo che siano ben consapevoli tutti i bravi fotografi…
Buongiorno Laura,
concordo con lei che questa tematica, trattata da una campionessa come Isabella, sia veramente interessante. In effetti la modella nel contesto di un’immagine a volte diventa un “elemento fondamentale” sopratutto quando è in sintonia con l’ambiente naturale che la circonda. Certamente ci vuole esperienza ma anche una particolare sensibilità.
Cordiali saluti, Mario Genovesi
Un articolo ben scritto che fornisce risposte importanti ai tanti curiosi di questa attività. Un ottimo contributo di conoscenza tecnico e culturale. Un invito ad andare a vedere.
Grazie Mimmo per questo suo apprezzamento. Credo anch’io che questo articolo abbia il pregio di contribuire a scoprire l’importante lavoro di preparazione che c’è dietro queste immagini. Lo studio a tavolino, un bagaglio tecnico e di esperienza come quello del fotografo Stefano Proakis, tante prove sul campo e la sensibilità particolare di una modella come Isabella, portano a questi risultati di indiscusso livello.
Cordiali saluti, Mario Genovesi
Vedo questo tipo di fotografie per la prima volta. Trovo che le foto siano bellissime, colgono un’armonia profonda, un’armonia non solo fisica che credo faccia parte dell’animo della modella e del fotografo. Bravi veramente bravi.
Buongiorno Antonio, sicuramente l’armonia e la condivisione che si viene a formare tra il fotografo e la modella sono valori importanti nella creazione di immagini di questo tipo. La invito a leggere altri articoli sul nostro portale dove potrà riscontrare affinità di questo tipo. Un esempio Aqua et Mater dove l’arte fotografica è finalizzata anche a uno scopo sociale.
Cordiali saluti, Mario Genovesi
E’ incredibile come la natura, già di per se’ perfetta, possa accrescere la sua bellezza attraverso l’opera e la straordinaria performance di un grande fotografo e di una bravissima e incantevole “modella” come Isabella Furfaro. Pur non essendo un profondo conoscitore delle complesse tecniche che regolano la disciplina, posso affermare che le immagini pubblicate hanno il potere di catturarti emotivamente e di regalarti sensazioni di vera leggerezza estetica che lasciano indovinare l’immenso amore che i Nostri bravissimi protagonisti profondono nel loro non facile lavoro. Bravi e…grazie!
Concordo con lei, Michele. Credo che solo sentimenti come l’amore e il rispetto per il mare e il mondo sommerso, uniti a una padronanza tecnica non indifferente, portino a produrre immagini fotografiche da un così forte impatto emotivo.
Cordiali saluti
Mario Genovesi
Complimenti Isabella, ottimo articolo come immaginavo. Io ho avuto la fortuna di vederti all’opera e mi ricordo bene di giornate piovose e fredde in cui attendevi in costume seduta su uno scoglio il momento in cui Stefano ti dava l’ok per il tuffo… Direi una resistenza da vera campionessa! Un caro saluto
Eh si Riccardo, tu l’hai potuta seguire dal vivo e vedere in azione. Un esempio per tutte e tutti!
Quando il gesto atletico è accompagnato da una grande sensibilità e un profondo rispetto verso l’ambiente marino, questo è Isabella.
Un caro abbraccio
Mario