Itinerari vulcanologici
Ma essendo il vulcanesimo la caratteristica naturalistica primaria dell’isola i percorsi forse più degni di nota sono quelli legati proprio all’attività vulcanica, che si manifesta un po’ ovunque, dalle sorgenti termali, ai soffioni di vapore (le cosiddette “favare”, getti di vapore che fuoriescono da fessure nella roccia, usate per creare condensa incanalata in vasche di raccolta dove far abbeverare gli animali…), alle grotte che fungono da saune naturali, come quelle di Benikulà, la sauna naturale di Bagno Asciutto, la Stufa di Khazen (con resti di un’installazione termale del periodo fenicio-punico), la Favara Grande di Rekhale, le fumarole del bordo dei crateri di Cuddia Mida e del Monte Gibele, ecc, fino alle sorgenti termali che sgorgano direttamente dal mare lungo costa, talvolta tra gli scogli, come le già citate Cala Gadir, Nicà, Scauri Porto e Satarìa.
Meta d’obbligo è poi il Museo Vulcanologico, ricavato dalla ristrutturazione di una vecchia caserma militare a Punta Spadillo, nei pressi dell’omonimo faro: già di fronte e nei paraggi del complesso c’è una delle formazioni di rocce vulcaniche più spettacolari al mondo (lo scenario del Khagiàr, da Kuttinar a punta Spadillo stessa) residuo delle ultime eruzioni (dai 4.000 agli 8.000 anni fa “appena”), con accatastamenti di massi che non sembrano posizionati lì dalla natura bensì disposti ad arte da una gigantesca mano…
Il Museo Vulcanologico è stato inaugurato nel 2010, è gestito dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia e costituisce il fiore all’occhiello del dipartimento e della programmazione di sviluppo ambientale e turistico dell’isola. Composto di due sale, racchiude tutta la storia geologica di Pantelleria, dalla nascita al suo divenire, per un arco temporale che si sviluppa da almeno 324.000 anni or sono.
Il più suggestivo percorso caratterizzato dai resti attivi del vulcanesimo è il “Sentiero escursionistico vulcanologico n° 2” Favare – Bagno Asciutto – Lago di Venere, con visita e sosta irrinunciabile alla vera e propria sauna naturale costituita dalla Grotta del Bagnoasciutto.
Una nuova sala è stata inaugurata il 10 maggio del 2012 ed è stata dedicata alla storia più recente, in particolare alla 2^ guerra mondiale, donde il nome dato alla sala “La storia lungo la Riserva”: inequivocabili tracce del passaggio dell’ultimo conflitto mondiale i diversi resti delle fortificazioni militari dell’epoca visibili lungo molti dei sentieri.
Archeologia sottomarina
Il maggior pregio offerto dai fondali di Pantelleria – pur bellissimi quanto ad organismi viventi – può essere considerato quello di tipo archeologico.
Se infatti un tempo l’archeologia dell’isola era confinata alla parte emersa, in epoca più recente le moltissime scoperte sottomarine fatte nei suoi fondali hanno dato il sopravvento all’archeologia delle acque. Un primato che si esprime anche a livello divulgativo e turistico: il sito archeologico sommerso di Gadir è stato tra i primi in Italia a dotarsi di un sistema di videocamere subacquee di sorveglianza e monitoraggio addirittura “remotabili”, cioè attivabili a distanza via internet previa connessione! I reperti possono così essere ammirati anche via web, sul proprio pc, standosene comodamente seduti in poltrona.
Ma naturalmente la visita diretta sul posto regala emozioni ben diverse: i locali diving accompagnano i turisti sub in un autentico tuffo nel passato, tra anfore, ceramiche di vario tipo, un ceppo d’ancora plumbeo e perfino resti lignei degli scafi dei relitti. Ma oltre a Gadir sono anche molti altri i punti subacquei d’interesse: nella zona del porto di Scauri ci sono i resti di imbarcazioni risalenti al VII e al VIII secolo a.C., con numerosi reperti di ceramiche, piatti, scodelle, oltre a una grossa macina; in località Arenella esistono invece resti di ceramiche risalenti all’epoca Tardo Imperiale Romana con anfore cilindriche di quel periodo; su Punta Limarsi e Punta Tre Pietre c’è una concentrazione di ancore antiche e moderne, sia in pietra sia metalliche, dimostrazione ulteriore della frequentazione di queste coste in ogni tempo, per la posizione dell’isola perfettamente al centro del Mediterraneo; a Cala Tramontana e Cala Levante, in seguito al lavoro di indagine, prospezione e scavo forse più capillare svolto finora, c’è stata l’individuazione di almeno tre relitti antichi, con anfore puniche e romane, comprese in un arco temporale tra il III sec. a.C. e il III sec. d.C., nonché marre, ancore litiche, ecc. Sempre quest’area ha regalato rinvenimenti di oggetti di grande valore documentale per la loro rarità: ad esempio, scandagli in pietra e perfino un “ingegno” dell’epoca, l’attrezzo per la raccolta del corallo, ancora utilizzato a questo scopo fino a pochi anni fa.
La scoperta più stupefacente è stata tuttavia quella di appena qualche anno addietro, riportata – tra gli altri – in un articolo della rivista “Sub” del settembre 2011: il ritrovamento di un piccolo cumulo di oltre 1.500 monete bronzee puniche (secondo altre fonti arrivate poi a un totale di 3.400 pezzi), ad appena 14 metri di profondità, ben conservate sotto il fondale, risalenti al III sec. a.C., che è valso a Pantelleria il soprannome di novella “Isola del Tesoro”.
Altro sott’acqua
Le principali aree d’immersione con i diving (ciascuna con più itinerari sommersi, per ogni possibilità d’incontro, faunistico e archeologico) sono:
- Faraglione di Punta Tracino
- Cala Tramontana
- Punta Spadillo
- La Fossa Grande
- Martingana
- Cala Gadir – percorso archeologico subacqueo “istituzionale”