LA MIA ESPERIENZA
Sono partita per le Filippine con un’idea ben chiara in testa: provare almeno un’immersione in “Black Water”, nuova esperienza subacquea introdotta da alcuni mesi in questo paese.
Mi era capitato spesso di veder scorrere sui social delle incredibili immagini di strani esseri fotografati di notte, corpi stravaganti, occhi giganti e colori fluorescenti.
Avevo sentito nominare queste particolari immersioni da alcuni noti fotografi americani che si immergevano in Florida e le loro foto incredibili avevano suscitato in me grande curiosità.
Ed ecco quest’anno la mia scelta delle Filippine. Ho trascorso una settimana ad Anilao, paradiso marino per gli amanti della macro fotografia, accompagnata da una delle migliori guide specializzate per fotografi, Dennis Corpuz, dopo di che mi sono trasferita al Fisherman Cove di Puerto Galera, ospite di Giuseppe, il proprietario.
Per l’organizzazione del viaggio mi sono rivolta appunto al suddetto Paolo Bondaschi, istruttore subacqueo bresciano; vive da molti anni nelle Filippine ed è particolarmente specializzato nei viaggi fotografici subacquei.
Già prima della mia partenza ho espresso a Paolo il desiderio di provare un’esperienza di “black water” e lui si è subito attivato per rendere il tutto possibile.
I primi giorni ad Anilao ho preso confidenza con la mia guida Dennis e con un mare così diverso dal mio Mediterraneo. Ho fatto una bellissima notturna davanti al porto e poi finalmente è arrivato il momento della mia prima “black water” che è stata una “bonfire”.
La preparazione per me è stata scrupolosa, nulla va lasciato al caso. Le ore prima respiravo un’aria di tensione, il mare doveva essere calmo e con poca corrente altrimenti Dennis avrebbe rinunciato.
Ho ricaricato bene le batterie dei miei due flash e della luce pilota, montato il 60 mm in macchina e atteso che arrivasse il buio.
Siamo partiti dal pontile dell’Hotel appena è tramontato il sole e abbiamo navigato su una di quelle tipiche imbarcazioni filippine. Alle nostre spalle il mare si è infiammato di rosso, i tramonti filippini sono per alcuni versi struggenti.
Il cuore mi batteva a tremila, un misto di paura, emozione, ansia ha preso il sopravvento su di me. Dopo circa 15 minuti di navigazione siamo arrivati al punto d’immersione per la “bonfire” e Dennis si è buttato per primo. Poi i ragazzi dell’equipaggio mi hanno fatto segno che era il mio turno.
Accendo la macchina fotografica, i flash, la torcia e mi butto in acqua, il cuore mi salta in gola, questo è il mio momento, lo aspetto da mesi e ora devo solo godermelo.
Appena entro in acqua metto la testa sotto e capisco subito che non sarà facile scattare. La mia torcia non mi fa vedere nulla, il nero è troppo fitto e nel mare c’è tantissimo microplancton. Perdo subito ogni punto di riferimento, sono in balia del mare nero!
Dennis è fantastico, resta incollato al mio fianco e, con una luce molto concentrata, buca il nero alla ricerca di piccolissimi esserini.
Quasi immediatamente muove la sua torcia, è il segnale che ha trovato qualcosa di interessante. Si tratta di un piccolo pesciolino piatto e trasparente, faccio qualche scatto ma mi rendo conto che qualcosa non va nella mia macchina, le foto sono strane. Quasi immediatamente mi viene in mente che nell’ultima foto che avevo fatto nel pomeriggio avevo scattato con il programma doppia esposizione. Sospesa a 10 metri nel nero cambio impostazioni della macchina, sorrido per la mia disattenzione e da questo momento per me inizia il “rock&roll”.
Mi rilasso e il divertimento incomincia. Dennis continuamente oscilla la sua torcia per richiamarmi, segue i soggetti e li illumina.
Guardo il manometro, vorrei che questa immersione non finisse mai, ho ancora 70 atmosfere nella bombola, continua il divertimento.
Sono catapultata direttamente in un cartone animato, inseguo questi piccolissimi esseri che nelle mie inquadrature si animano, prendono colore, forma, vita.
Novantasei minuti di puro divertimento, io e Dennis nel nero a giocare con il mare delle Filippine. Esco dall’acqua con il cuore gonfio di gioia, non smetto di parlare, le emozioni hanno il colore nero della notte.
Alcuni giorni dopo mi trasferisco a Puerto Galera e qui conosco finalmente Paolo che si è fermato appositamente sull’isola per poter fare qualche tuffo con me e condividere la nostra grande passione fotografica.
Entro subito in empatia con lui e con Giuseppe, il proprietario del resort che mi ospita. Inizio subito a sentire una meravigliosa sensazione di pace interiore, un posto che conosco da poche ore ma che mi riporta a sensazioni famigliari, dove tutti mi sorridono e mi coccolano con discrezione.
Paolo e Giuseppe mi hanno subito preparato un bellissimo regalo di benvenuta, una “black dive” tutta dedicata a me.
Usciamo in barca dopo il tramonto e in circa dieci minuti arriviamo sul punto d’immersione. Intanto sono calate le tenebre e il cielo si è acceso di stelle incredibili, è talmente fitto e vicino a me che mi sembra quasi di toccarlo.
Questa volta sono molto più rilassata, Paolo organizza tutto in modo molto meticoloso, i ragazzi in barca lo considerano un capitano ed eseguono scrupolosamente ogni suo ordine.
Entriamo in acqua, io, Paolo e le nostre due guide. Sotto di me ci sono almeno 300 metri d’acqua, io devo guardare continuamente la grande boa illuminata e la mia guida Joseph, non sono legata a nulla, fluttuo in balia della corrente immersa a dieci metri di profondità. Non posso assolutamente perdere i punti di riferimento e rischiare di trovarmi sperduta nel mare delle Filippine.
La situazione è molto meno frenetica rispetto ad Anilao. Joseph gira intorno alla boa alla ricerca di qualche soggetto interessante. Arrivano gamberi, molluschi, meduse, anemoni con forme e colori incredibili, alcuni esseri sembrano avere occhi giganti o zampe sproporzionate.
La cosa che mi colpisce di più di questi organismi sono proprio le sproporzioni, una testa gigante su un corpo piccino o una quantità di zampe o di tentacoli incredibilmente numeroso per un essere così minuscolo. Infatti parliamo di esseri con dimensioni davvero piccole che però eseguono movimenti così rapidi che spesso non ti danno la possibilità di inquadrare e scattare.
Nella notte vedo i lampi dei flash di Paolo, scattano in modo frenetico, tre, dieci, venti scatti in sequenza. Mi avvicino con discrezione per non disturbarlo, sono curiosa di capire cosa ha trovato. Vedo una piccola medusa che corre nel nero e Paolo che la insegue. Anche qui a Puerto Galera si gioca di notte con il mare.
Le notti successive seguono due “bonfire”, entrambe su un fondale di 25 metri. Ormai mi sento una veterana, con la mia torcia buco il nero del mare e mi catapulto sul soggetto pronta ad immortalarlo.
Direi che questo viaggio ha soddisfatto la mia curiosità in merito alle black dive, esperienza incredibile, che ha dato un sapore un po’ tenebroso e speciale al mio soggiorno nelle Filippine.
Bellissime foto, gentile Virginia , potresti , se desideri, raccontarci con quali attrezzature le hai realizzate ? Complimenti. Davvero molto brava !!!
Michele ti ringrazio molto per le belle parole. Ho realizzato le foto con una fotocamera Nikon D500 con scafandro Isotta. Come obiettivo ho usato un 60mm Nikkor, perché mi dava la possibilità di avvicinarmi molto al soggetto. Ho illuminato con 2 flash Ikelite 161 con montati 2 “semi snoot”. Sulla custodia avevo una luce pilota che mi illuminava la scena ed alle mie spalle la guida con una luce molto concentrata.
È una tecnica fotografica abbastanza complicata che richiede parecchia pazienza ed un po’ di pratica.